A tutti noi può capitare di vivere periodi densi di preoccupazioni ma, quando questa condizione di “allarme” persiste per un lungo periodo (almeno 6 mesi) e non riguarda eventi specifici, possiamo parlare di disturbo d’ansia generalizzata.
Ma cos'è il disturbo d'ansia generalizzato? Come si manifesta? È possibile guarire?
Cos’è l’ansia generalizzata
L'ansia generalizzata è un disturbo psichico caratterizzato da preoccupazioni eccessive e persistenti riguardo eventi futuri, anche di natura quotidiana, accompagnate da sintomi fisici come tensione muscolare, irritabilità, tensione e difficoltà di concentrazione.
Questa condizione può interferire significativamente con la qualità della vita, limitando le capacità di affrontare le sfide quotidiane in modo efficace. Le principali tematiche dell'ansia generalizzata si estendono, solitamente, a diverse aree funzionali come:
- la famiglia
- il denaro
- il lavoro
- la salute personale.
I sintomi dell’ansia generalizzata
Come riconoscere l’ansia generalizzata? Nel DSM-5-TR, quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, l’ansia generalizzata è associata a diversi sintomi, tra cui:
- irrequietezza e il sentirsi “con i nervi a fior di pelle”
- facile affaticamento e tensione muscolare
- difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
- irritabilità
- alterazioni del sonno, come la difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o l’avere un sonno inquieto e insoddisfacente.
oltre ai sintomi fisici dell’ansia generalizzata appena elencati, per la diagnosi del disturbo l’individuo deve sperimentare le seguenti condizioni:
- attacchi d'ansia e preoccupazione eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative a una quantità di eventi o attività
- difficoltà nel controllare la preoccupazione.
Disturbo d'ansia generalizzato: altri sintomi
Perché si tratti di GAD (sigla inglese del disturbo d'ansia generalizzato), i sintomi devono implicare un disagio clinicamente significativo o la compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. è importante sottolineare che la condizione non deve dipendere dagli effetti fisiologici di una sostanza o essere connessa agli effetti di un’altra condizione medica.
È inoltre possibile la presenza di una molteplicità di sintomi somatici. I diversi sintomi psicosomatici che possono insorgere sono:
- bocca asciutta e difficoltà a deglutire
- mani appiccicose e tachicardia
- tremore da ansia
- sudorazione notturna da ansia e brividi di freddo
- ansia somatizzata allo stomaco
- nausea e diarrea
- capogiri e nodo alla gola.
L’ansia e le preoccupazioni costanti possono, con il tempo, contribuire a determinare un senso di eccessiva stanchezza, cefalea tensiva, disturbi epigastrici e insonnia.
Ansia generalizzata e adolescenza
L’ansia in adolescenza può derivare da diverse cause, prima fra tutte i cambiamenti che la persona vive in questa fase di vita. A livello emotivo, gli adolescenti possono sperimentare persistente preoccupazione, irritabilità e difficoltà a rilassarsi, compromettendo il loro benessere psicologico. Talvolta, possono manifestarsi ansia generalizzata e attacchi di panico.
Socialmente, inoltre, possono sperimentare ansia sociale e, di conseguenza, isolarsi, per evitare situazioni sociali o attività extracurriculari per paura di essere giudicati o di fallire. Questo isolamento può ulteriormente aggravare il senso di solitudine e bassa autostima.
Il fenomeno della preoccupazione nell’ansia generalizzata
Nel disturbo d’ansia generalizzata la preoccupazione gioca un ruolo importante. La preoccupazione è l’attività cognitiva rappresentata da una visione negativa degli eventi futuri.
Essa diventa patologica quando viene percepita come eccessiva e incontrollabile. Le preoccupazioni del disturbo d’ansia generalizzato hanno le seguenti caratteristiche:
- sono numerose, può sembrare di avere paura di tutto (panofobia)
- si succedono: a una segue subito, o quasi, l’altra
- sono accompagnate da emozioni di allarme, inquietudine e ansia
- riguardano spesso eventi catastrofici futuri altamente improbabili
- riducono la capacità di pensare chiaramente
- sono molto difficili da controllare.
Conseguenze del disturbo d’ansia generalizzata
Chi soffre di GAD può trascorrere oltre la metà del tempo di veglia preoccupandosi di eventi che non si verificano. Solo dopo che non si è verificato l’evento temuto, la maggior parte riconosce che la preoccupazione era eccessiva e spropositata.
Le persone che soffrono di questo disturbo, e di cui possiamo leggere diverse testimonianze nei forum dedicati all’ansia generalizzata, spesso si preoccupano di avere preoccupazioni.
Hanno cioè quelle che lo psicologo Adrian Wells definisce“preoccupazioni di secondo livello”. Queste meta-preoccupazioni possono dar luogo a un circolo vizioso che continua ad aggravare i sintomi e le difficoltà del funzionamento sociale, personale e lavorativo.
Anche le convinzioni che le preoccupazioni possano essere utili aggravano il disturbo. Non è raro, nelle storie di ansia generalizzata, che la persona racconti il meccanismo che spinge a sperimentare tale condizione, per esempio: “se mi preoccupo sarò più preparato ad affrontare le cose brutte che verranno”.
Le cause dell’ansia generalizzata
Le cause del disturbo d'ansia generalizzato sono definite nel DSM-5 tr come complesse e multifattoriali. Esse, infatti, derivano da una combinazione di fattori genetici, biologici, psicologici e ambientali.
Uno studio svolto da un team di ricercatori dell’Università di Yale ha esaminato “l’architettura genetica dei disturbi d'ansia e dei sintomi d'ansia” confermando che, da un punto di vista genetico, è più probabile sviluppare il disturbo se ci sono precedenti familiari.
Biologicamente, squilibri nei neurotrasmettitori come la serotonina e la noradrenalina possono contribuire ai sintomi e, ulteriori ricerche, come quella svolta dall’European Society of Endocrinology, hanno evidenziato un possibile legame tra tiroide e ansia generalizzata:
“I pazienti con ansia mostravano segni di infiammazione della tiroide [...] Questi risultati indicano che il sistema endocrino può svolgere un ruolo importante nell’ansia.”
Psicologicamente, caratteristiche come il perfezionismo o bassa autostima aumentano il rischio.
Infine, fattori ambientali, come stress prolungato, traumi infantili o esperienze di vita difficili, giocano un ruolo significativo. Comprendere queste cause è fondamentale per sviluppare strategie di gestione e trattamento efficaci.
Comorbidità con altri disturbi
In relazione alla comorbidità, lo studio di Yale sopracitato evidenzia anche la comorbidità tra ansia generalizzata e depressione, ma anche nevrosi: “ansia e disturbi d’ansia sono anche spesso in comorbidità con altri disturbi mentali, come il disturbo depressivo maggiore” e che “i tratti della personalità nevrotica sono predittivi dell'insorgenza di disturbi d'ansia”.
Oltre a evidenziare gli stessi disturbi indicati nella ricerca, il DSM- 5 sottolinea come sia possibile ma meno comune, tra gli altri, la compresenza di disturbo da uso di sostanze e disturbo della condotta.
La percentuale di invalidità dell’ansia generalizzata
In Italia, la percentuale di invalidità per l'ansia generalizzata è determinata dall'INPS sulla base della gravità e dell'impatto del disturbo sulla vita quotidiana della persona.
La valutazione viene effettuata tramite una visita medica in cui vengono considerati vari fattori, tra cui la durata e l'intensità dei sintomi, l'efficacia dei trattamenti e il livello di compromissione delle attività quotidiane e lavorative.
Nelle tabelle di riferimento, si parla esclusivamente della nevrosi ansiosa e di una percentuale di invalidità fino al 15%, che non dà diritto ad alcun tipo di agevolazione.
I comportamenti protettivi nell’ansia generalizzata
Per lenire l’ansia le persone possono adottare strategie come i comportamenti protettivi: sono comportamenti messi in atto per ridurre l’ansia ma che portano, con il tempo, a un consolidamento dei sintomi. Tra questi troviamo:
- chiedere agli altri di essere rassicurato: il sollievo dovuto alle rassicurazioni è di solito solo di breve durata, l’ansia dopo un po’ torna e si ha bisogno di essere rassicurati sempre di più
- essere perfezionisti
- evitare le situazioni o gli eventi che si ritiene generino ansia: l’evitamento non permette di ridimensionare il pericolo
- rinviare: per esempio non iniziare un compito a causa dell’ansia legata a un risultato insoddisfacente. Nella maggior parte dei casi, le conseguenze temute da chi rinvia sono eccessive e irrealistiche
- tentare attivamente di sopprimere la preoccupazione: le preoccupazioni possono peggiorare se si tenta di sopprimerle, proprio perché la persona concentra la propria attenzione su di esse.
Come si cura l'ansia generalizzata
L'ansia generalizzata passa da sola? Sebbene i sintomi possano variare di intensità, l'ansia generalizzata tende a persistere nel tempo se non viene trattata. Questo disturbo richiede spesso un approccio terapeutico per essere gestito efficacemente, che può includere terapie psicologiche, farmacoterapia e tecniche di rilassamento.
Numerose ricerche individuano la terapia cognitivo comportamentale come trattamento efficace ed elettivo nella riduzione dei livelli di ansia e della frequenza delle preoccupazioni. Essa agisce rendendo il soggetto consapevole dei propri pensieri disfunzionali e riducendone nel concreto lo stato di preoccupazione.
Il professionista può fare diagnosi avvalendosi di strumenti come il colloquio clinico e specifici test psicologici come i test per l'ansia generalizzata (GAD-7). Poi lavora con il paziente (che mantiene un ruolo attivo) sulle problematiche individuate.
Per esempio, una parte del lavoro terapeutico (che può essere svolto anche da uno psicologo online) potrà concentrarsi sull’analisi della reale probabilità che si possano manifestare gli eventi negativi temuti, stimolando un aumento delle capacità di tollerare l’incertezza. Durante la terapia si affronta anche il tema del rimuginìo:
- proponendo tecniche volte a circoscriverlo
- favorendo e potenziando l’uso di stili di pensiero più funzionali, come il problem solving.
Vengono, inoltre, affrontate e discusse le strategie di controllo che sono applicate in vari contesti per contenere l’ansia, e vengono apprese nuove abilità per sostenere e regolare le emozioni negative. Esponendo poi la persona in modo graduale alle situazioni temute, vengono “testati” e disconfermati i suoi pensieri negativi.
Tecniche e rimedi per l'ansia generalizzata
Tra le tecniche utilizzate per il disturbo d’ansia generalizzata vi sono inoltre:
- le tecniche di rilassamento come la respirazione diaframmatica
- l'ipnosi
- la mindfulness per l’ansia, che è una modalità di attenzione consapevole rivolta ai propri processi mentali, senza esprimere un atteggiamento giudicante.
Ciò produce un distacco emotivo e un distanziamento dai pensieri ritenuti incontrollabili, che vengono riconsiderati per ciò che sono, cioè pensieri, e poi lasciati scorrere nella mente senza elaborazioni, svolgendo le proprie attività quotidiane.
Nei casi più gravi, può essere necessario l’utilizzo di una terapia farmacologica di supporto associata alla terapia cognitivo comportamentale. La terapia farmacologica del disturbo d’ansia generalizzata prevede la somministrazione di benzodiazepine.
Tale disturbo rappresenta, per la sua pervasività, una debilitazione psichica importante per chi ne soffre, delimitandone notevolmente la quotidianità. È quindi necessario rivolgersi a uno specialista per gestire e trattare al meglio la sintomatologia.