Negli ultimi anni si parla sempre di più di Personalità Borderline: ma cosa significa avere un disturbo borderline della personalità? Quali sono i sintomi e le implicazioni nella vita quotidiana per le persone che ne soffrono? Qual è la terapia raccomandata? Rispondiamo a tutte queste domande in questo approfondimento sul Disturbo Borderline di Personalità.
Disturbo borderline: cos’è?
Cosa vuol dire borderline? La parola borderline, nel suo significato in psicologia, sta a indicare un disturbo psichiatrico che si trova a metà tra la nevrosi e la psicosi. Ma cos'è il disturbo borderline di personalità? Le persone con DBP solitamente mostrano segni e comportamenti come la tendenza ad idealizzare l’altro, una marcata instabilità emotiva e comportamenti di tipo suicidario o autolesivo. Può essere presente un costante senso di vuoto: nel disturbo borderline è infatti molto comune provare noia o apatia, senza comprenderne il motivo.
L’incidenza stimata del disturbo borderline, secondo il DSM-5, va dall’1.6% al 5,9% nella popolazione generale, mentre sale al 20% tra i pazienti psichiatrici. Nella popolazione femminile il disturbo borderline ha una maggiore incidenza (circa il 75%), per cui è più facile trovare una donna con personalità borderline rispetto a un uomo. L’esordio avviene di solito in adolescenza o nella prima età adulta.
Organizzazione borderline di personalità e DBP
Mentre la definizione di disturbo borderline di personalità del DSM è di tipo categoriale, in psicoanalisi la personalità viene descritta lungo un continuum che va dal funzionamento sano a quello psicotico, comprendendo nel mezzo i funzionamenti di tipo nevrotico e borderline. Lo psicoanalista Otto Kernberg parla di organizzazione borderline per fare riferimento a un insieme di disturbi che avrebbero un nucleo di funzionamento comune. I disturbi borderline sono infatti accomunati da:
- l’uso della scissione o altri meccanismi di difesa primitivi;
- la diffusione dell’identità;
- un esame di realtà presente ma fragile.
Il concetto di “organizzazione della personalità borderline” permette di distinguere tra disturbi borderline ad alto funzionamento (al confine con quello nevrotico) e a basso funzionamento (al confine con quello psicotico).
Come riconoscere il disturbo borderline di personalità: caratteristiche
I disturbi di personalità sono caratterizzati da uno stile di pensiero e comportamento rigido e pervasivo, che impatta significativamente in tutti gli ambiti di vita della persona. Il DSM-5 suddivide i 10 disturbi di personalità in cluster (A, B, e C) sulla base delle loro caratteristiche.
Troviamo il Disturbo Borderline di Personalità (D.B.P.) all'interno del cluster B, insieme al disturbo narcisistico di personalità, al disturbo istrionico di personalità e al disturbo antisociale di personalità. Al cluster A invece appartengono il disturbo paranoide di personalità, il disturbo schizoide e il disturbo schizotipico, mentre fanno parte del cluster C il disturbo di personalità dipendente, il disturbo evitante e ossessivo-compulsivo.
Non è insolito trovare quelli che potrebbero sembrare tratti borderline in adolescenti che stanno consolidando la loro identità, con problemi di insicurezza e disregolazione emotiva. In questi casi si potrebbe erroneamente pensare di trovarsi davanti a disturbi della personalità borderline. Ma cosa vuol dire “essere borderline” o, più precisamente, avere questo disturbo di personalità? Vediamo quali sono le caratteristiche diagnostiche e i principali sintomi del disturbo borderline di personalità.
Disturbo di personalità borderline: la diagnosi
Come capire se si ha un disturbo borderline? Le persone che soffrono di Disturbo Borderline di Personalità secondo i criteri del DSM-5 mostrano una serie di sintomi quali:
- comportamenti volti a evitare un abbandono reale o immaginato
- relazioni interpersonali instabili
- immagine di sé instabile
- comportamenti impulsivi
- comportamenti suicidari o parasuicidari
- umore instabile
- senso di vuoto
- difficoltà a controllare la rabbia.
Oltre a questi sintomi, in alcuni casi è presente anche ideazione paranoide transitoria. All’ideazione paranoide nel disturbo borderline, in particolari periodi di stress, si possono talvolta aggiungere anche sintomi dissociativi, come la depersonalizzazione e la derealizzazione. Alcune persone sviluppano sintomi simil-psicotici, come il delirio con idee di riferimento e distorsioni dell’immagine corporea.
Di frequente troviamo il disturbo borderline associato ad altri disturbi, come disturbo da stress post traumatico, depressione, disturbo bipolare o disturbo ciclotimico, disturbi alimentari (bulimia nervosa, anoressia nervosa, binge eating) e abuso di sostanze (ad es. abuso di alcool). Non è insolito trovarlo in comorbilità anche con altri disturbi di personalità, come quello narcisista o istrionico.
La diagnosi psicologica del disturbo borderline andrebbe effettuata attraverso test psicologici standardizzati e validati, tra cui ricordiamo:
- la Diagnostic Interview for DSM–IV Personality Disorders (DIPD–IV)
- l’International Personality Disorder Examination (IPDE)
- la Personality Assessment Schedule (PAS)
- il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI)
Disturbo di Personalità Borderline: i sintomi
Come capire se si è affetti da disturbo borderline? Una personalità borderline ha sintomi che possono essere raggruppati in quattro caratteristiche chiave:
- paura di abbandono
- idealizzazione dell’altro
- instabilità emotiva
- comportamenti auto-lesivi.
1) Abbandono
Uno dei principali sintomi del disturbo borderline di personalità è la difficoltà a vivere senza angoscia la solitudine, unita alla paura di essere, prima o poi, traditi e abbandonati. Un degli aspetti dell’essere in relazione con un borderline è infatti che la persona vive in maniera molto intensa l’abbandono (reale o immaginato) e l’essere trascurati dall’altro. Può manifestare una gelosia ossessiva nei confronti del partner o di amici, forte rabbia e impulsività. Se l’altra persona, ad esempio, è in ritardo a un appuntamento o lo annulla, la persona con DBP potrebbe apparire terrorizzata o furiosa.
A queste manifestazioni di rabbia di solito seguono sentimenti di vergogna, senso di colpa e pentimento. La persona potrebbe arrivare a pensare che “i borderline sono cattivi” e formare un’immagine estremamente negativa di sé, con ovvie ripercussioni sulla propria autostima e sulle relazioni con gli altri. Per questi motivi la persona con disturbo borderline in amicizia fatica a costruire legami duraturi e presenta frequentemente una rete sociale deteriorata.
2) Idealizzazione
Altre caratteristiche del disturbo borderline sono sintomi come l’idealizzazione e la svalutazione degli altri, nei confronti dei quali sperimenta una forte ambivalenza affettiva. Chi soffre di DBP tende ad avere un pensiero dicotomico che si traduce in una visione di tipo “bianco o nero”. Con cambi bruschi e repentini, passa da una idealizzazione totale della persona, quindi con un forte coinvolgimento emotivo, per arrivare improvvisamente a pensare che l’altro non è più interessato, sminuendolo o attaccandolo verbalmente. Questo tipo di dinamica relazionale può caratterizzare un legame di codipendenza affettiva.
3) Instabilità emotiva
Per persone con DBP è normale provare una emotività forte ed irruente, che può tradursi in paura delle proprie emozioni e paura di perdere il controllo. Sono persone che mostrano spesso difficoltà di mentalizzazione e disforia. Nel disturbo borderline questo si traduce in difficoltà a controllare la rabbia, esprimendola tramite un pungente sarcasmo, con amarezza o scoppi d’ira.
Spesso ciò accade nei confronti dei propri affetti, a partire da una loro azione, considerata come gesto di abbandono o negligenza. Oltre agli agiti di rabbia, sono comuni comportamenti (anche inconsapevolmente) manipolatori, volti a ricercare l’attenzione dell’altro. Personalità borderline e manipolazione possono associarsi a comportamenti parasuicidari, che non andrebbero mai sottovalutati.
Anche nella personalità istrionica sono presenti la manipolazione e un’espressione dell’emotività esasperata, ma è assente una così forte manifestazione della rabbia, così come i comportamenti autolesivi, che si traducono in vere e proprie crisi nel borderline.
4) Comportamenti lesivi auto-diretti
I pazienti, oltre che vivere le emozioni e le relazioni in maniera quasi totalmente dicotomica, quindi o bianco o nero, mostrano questo modus operandi anche per ciò che riguarda l’immagine di sé e l’umore. Nel disturbo borderline di personalità questi sintomi, come gli sbalzi d'umore, possono anche tradursi in comportamenti autolesivi, tra cui:
- abuso di sostanze;
- rapporti sessuali rischiosi;
- abbuffate; comportamenti suicidari;
- gesti e minacce di automutilazione.
Disturbo borderline di personalità: cause
Borderline si nasce o si diventa? Ormai è riconosciuto come nell’eziologia del disturbo di personalità borderline siano implicati diversi fattori, sia legati all’ambiente che alla genetica. Iniziamo col dire che se il disturbo borderline non è ereditario, è stata riconosciuta come fattore di rischio una vulnerabilità temperamentale, che può essere descritta come
- alta reattività emotiva: fin da bambini reagiscono in maniera intensa anche alla più piccola frustrazione, dando ai familiari e alle persone che li circondano la sensazione di “camminare sulle uova”.
- intensità elevata delle emozioni: le emozioni vengono sperimentate alla massima intensità, e così quella che per altri sarebbe una lieve preoccupazione si trasforma in un’ansia intensa o attacco d'ansia;
- lunga durata delle emozioni: all’interno del funzionamento borderline troviamo una difficoltà a tornare allo stato di calma in seguito all’attivazione emotiva.
Per quanto riguarda i fattori ambientali, è frequente trovare nel passato di persone con disturbi di personalità borderline:
- traumi infantili e abusi
- esperienze di abbandono traumatiche
- esperienze avverse (Adverse Childhood Experiences) come violenza domestica assistita, abuso di sostanze dei genitori, maltrattamenti fisici o psicologici.
Tutte queste esperienze nell’infanzia dei bambini che svilupperanno un disturbo borderline sono accomunate dall’aver sperimentato nell’ambiente familiare delle forme di invalidazione emotiva. L’invalidazione emotiva corrisponde all’apprendere che la manifestazione delle proprie emozioni o pensieri verrà penalizzata, punita o banalizzata. Queste spiegazioni sono coerenti col modello teorico proposto da G.Liotti, che include il concetto di stile di attaccamento disorganizzato come fattore di rischio nella genesi del DBP.
Studi sul disturbo della personalità borderline
Ciò che è emerso da alcune ricerche sul cervello borderline è innanzitutto la presenza di un network disfunzionale delle regioni delle aree limbiche (che comprendono ad esempio l’amigdala, il talamo e l’ipotalamo) e frontali, con la conseguente difficoltà nella regolazione emotiva. Avvengono quindi:
- disfunzioni delle funzioni esecutive: abilità di pianificazione, problem solving e controllo degli impulsi;
- distorsioni cognitive: decision-making relativo al rischio, deficit del processamento di feedback, “saltare alle conclusioni”, stile cognitivo paranoideo;
- deficit nella cognizione sociale: alterata inferenza e empatia, iper-mentalizzazione, povertà nel riconoscimento delle espressioni facciali.
Cosa accade quando osservano l’altro
L’essere umano, in una conversazione con un’altra persona, automaticamente processa vari particolari relativi alle espressioni facciali, che vengono codificate per comprendere una specifica situazione e inferire il comportamento o l’obiettivo dell’altro.
Ciò che è emerso dagli studi è che, in pazienti con DBP, è presente una compromissione nel riconoscimento di espressioni facciali neutre e una maggiore attivazione per espressioni di rabbia e disgusto. Questo può quindi dare una spiegazione alla loro reazione impulsiva ed arrabbiata nei confronti dell’altro.
Uno studio di Harari e colleghi ha valutato l’empatia di persone con disturbo borderline, messe a paragone con un gruppo di controllo. Quello che è emerso è una maggiore capacità nella componente affettiva dell’empatia (sperimentare le emozioni altrui) e una difficoltà nella sua componente cognitiva, che implica la capacità di capire razionalmente le emozioni degli altri. Questi risultati potrebbero spiegare l'alta reattività emotiva caratteristica dei pazienti con disturbo borderline.
Terapia del disturbo borderline di personalità
All’interno di un percorso psicoterapeutico per il disturbo borderline di personalità il punto centrale è la relazione terapeutica. Nel trattamento di un paziente borderline, il transfert può essere particolarmente intenso e difficile da gestire, richiedendo una particolare attenzione per mantenere l'alleanza terapeutica.
Il disturbo borderline è curabile attraverso un intervento integrato, che includa la psicoterapia e, all’occorrenza, anche la terapia farmacologica. Con l’aiuto di un professionista esperto, come uno psicoterapeuta online Unobravo, la consapevolezza degli schemi di relazione aumenta e con essa la capacità di affrontarli con comportamenti più funzionali.
Vedremo ora più da vicino due dei principali approcci terapeutici per la cura del Disturbo Borderline di Personalità: la Dialectical Behavior Therapy (DBT) e la Schema Therapy (ST). Ricordiamo però che in alcuni centri specializzati o comunità terapeutiche per il disturbo borderline è possibile affiancare percorsi individuali e terapia di gruppo.
Dialectical Behavior Therapy (DBT)
La terapia DBT per il disturbo borderline, sviluppata dalla psicologa Marsha Linehan, si è mostrata efficace per quanto riguarda i problemi relativi alla disregolazione emotiva e il controllo degli impulsi. L’impostazione teorica biosociale sottolinea come la vulnerabilità emotiva biologica innata, presente in alcuni soggetti, in relazione ad un ambiente di vita invalidante produca nella persona:
- maggiore sensibilità e reattività agli stimoli;
- comportamenti impulsivi, pericolosi e/o autolesionistici.
La DBT per il disturbo borderline di personalità cura attraverso l’apprendimento al riconoscimento di pensieri ed emozioni, congiunto con pratiche mindfulness orientate all’accettazione e l’uso della skill training, che conta di quattro moduli di intervento per l’apprendimento di abilità sociali per il miglioramento della sintomatologia.
Schema Therapy
La Schema Therapy (ST), ideata dallo psicoterapeuta Jeffrey Young, è un approccio integrato che ben risponde a quei pazienti per i quali la terapia cognitivo-comportamentale standard ha poca efficacia.
La principale tesi su cui si fonda la ST è che il mancato soddisfacimento di alcuni bisogni primari (come quelli di protezione e accudimento) porti a sviluppare gli Schemi Maladattivi Precoci (SMP); questi ultimi, mantenendosi nel tempo, condizionerebbero lo sviluppo relazionale, incidendo negativamente sul benessere della persona.
L’obiettivo del terapeuta sarà quello di rendere il paziente consapevole dei propri schemi (sia attraverso tecniche cognitive che mediante strategie esperienziali) e aiutarlo a trovare delle strategie (stili di coping) più funzionali per soddisfare i bisogni infantili di cui è stato deprivato.
Il ruolo delle associazioni
Le associazioni per il disturbo borderline hanno lo scopo di supportare non solo la persona che riceve la diagnosi, ma anche la sua famiglia. Spesso infatti anche le persone più vicine possono fare fatica a comprendere cos'è il disturbo borderline e non sapere cosa fare per aiutare la persona a gestire i momenti di crisi. L’associazione Borderline Personality Disorder Italia, ad esempio. mette a disposizione un corso gratuito di 12 incontri pensato per le famiglie, allo scopo di fornire strumenti utili per la comprensione dei comportamenti del loro caro con disturbo borderline.
Libri e film sul disturbo borderline
Per conoscere più da vicino e comprendere le caratteristiche di una personalità borderline segnaliamo una lista di libri sul disturbo borderline di personalità, che ne approfondiscono le cause e il trattamento:
- Linehan, M. M., Barone, L., & Liotti, G. (2001). Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline: il modello dialettico. Raffaello Cortina.
- Mosquera, D., & González, A. (2016). EMDR e disturbo borderline di personalità. Giunti Editore.
- Yeomans, F. E., Clarkin, J. F., Kernberg, O. F., Preti, E., Prunas, A., & Sarno, I. (2017). La terapia focalizzata sul transfert per il disturbo borderline di personalità. Fioriti.
- Arntz, A., & van Gerderen, H. (2011). La schema therapy per il disturbo borderline di personalità. Cortina.
- Russell Meares (2014). Un modello dissociativo del disturbo borderline di personalità. Raffaello Cortina.
Esistono poi anche romanzi, film e canzoni che raccontano cosa vuol dire vivere con il disturbo borderline. Tra i film sul disturbo borderline di personalità ricordiamo Ragazze interrotte (1999), pellicola diretta da James Mangold che racconta la storia di una ragazza con disturbo borderline, Susanna Kaysen.
Tra i romanzi sul disturbo borderline ricordiamo:
- Qualcosa, scritto da Chiara Gamberale e illustrato da Tuono Pettinato. Longanesi editore, 2018.
- La ribelle, di Leonardo Guerriero, Onda d’Urto Edizioni, 2017.
- Irene F. Diario di una borderline, di Eugenio Cardi, Santelli Editore, 2021.