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Cos’è la FoMO o Fear of missing out e come uscirne

Cos’è la FoMO o Fear of missing out e come uscirne
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Laura Ruffini
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Analitico Transazionale Integrato
Unobravo
Pubblicato il
26.6.2023

Scorri la tua bacheca Facebook o Instagram e noti che alcuni tuoi amici stanno partecipando a una festa che sembra essere molto divertente, o hanno appena assistito al “concerto più bello della loro vita”, o ancora hanno trascorso una bellissima giornata in campagna. 

Tutti sembrano avere vite più interessanti della tua, che invece resti sul divano a scrollare i feed dei social sul tuo telefono. Se questi scroll sono accompagnati dalla paura di perdersi qualcosa e dalla paura di essere tagliati fuori, probabilmente stai sperimentando il fenomeno della FoMO.

Che cosa si intende per FoMO e perché possiamo provare la paura di essere esclusi semplicemente guardando il feed dei nostri contatti social? 

FoMO
Tima Miroshnichenko - Pexels

FoMO: significato 

L’acronimo FoMO (fear of missing out) è traducibile in italiano con “paura di essere tagliati fuori". Il termine fu coniato dall’imprenditore e studioso americano Patrick McGinnis, allora studente, in un articolo per la Harvard Business Review

Con la parola FoMO, Patrick McGinnis descriveva quello che vedeva accadere a lui e ai suoi compagni di corso: tutti a correre da un evento a un altro, con la paura di mancare a qualcosa di “imperdibile” e non stare al passo con gli altri. 

Secondo l’autore, l’“effetto FoMO” a livelli moderati è una sensazione che è sempre esistita, trasversale, in cui tutti possiamo riconoscerci: dal bambino che non vuole andare a dormire per non perdersi nulla di quello che succede intorno, all’anziano che vorrebbe avere un nipotino come tutti i suoi coetanei. 

La FoMO, in psicologia, può essere definita come una forma di ansia sempre più diffusa soprattutto fra le fasce più giovani della popolazione. È spesso associata all’utilizzo massiccio dei social network, tanto che si può parlare di “digital FoMO”, ovvero la FoMO provocata da Instagram e più in generale, da internet.

Questa fear of missing out che deriva dai social media, però, ha origini precedenti e più profonde, è connessa con il tipo di società in cui viviamo e, a volte, può diventare un problema.

Fear of missing out o FoMO: le caratteristiche principali

Ciascuno di noi utilizza in modo più o meno consapevole gli smartphone e i social media. C’è chi li considera un piacevole momento di svago, chi uno strumento di informazione, chi un modo per “restare connesso” con le persone care.

Se utilizzati in modo consapevole e responsabile, infatti, i social media possono essere utili a restare in contatto con amicizie lontane, come veicolo di messaggi sociali importanti e occasione di ispirazione. Naturalmente c’è anche il rovescio della medaglia e, il loro uso massiccio e incontrollato, può portare alla dipendenza dai social

La FoMO può essere iscritta tra le conseguenze problematiche dell’uso dei social e sta diventando un problema, in particolare fra giovani e adolescenti, tanto da essere diventato oggetto di studi in ambito psicologico e classificata come una nuova forma di ansia (anche se non esiste un disturbo chiamato FoMO nel DSM-5).

Proprio perché si tratta di un fenomeno recente, non ci sono ancora statistiche precise su quante persone soffrono di FoMO. Secondo alcune ricerche, la FoMO coinvolge principalmente due componenti:

  • l’ansia che gli altri possano avere delle esperienze piacevoli e gratificanti dalle quali si è assenti: un esempio è il pensare ripetutamente “Cosa stanno facendo i miei amici? Si stanno divertendo senza di me?”
  • il desiderio di essere costantemente in contatto con gli altri attraverso i social network. In risposta all’ansia si reagisce controllando e aggiornando compulsivamente lo smartphone per vedere cosa stanno facendo le altre persone, interrompendo continuamente l’attività che si sta svolgendo. 

Le cause e le origini della FoMO

Possiamo ricondurre la diffusione della FoMO a varie componenti. Alcune esistono da sempre, altre sono specifiche del tipo di società in cui viviamo, altre ancora dipendenti da caratteristiche individuali.

Nella nostra evoluzione come specie che vive in branco, abbiamo sviluppato la necessità di essere inclusi in un gruppo con cui condividere informazioni e protezione. In passato, restare esclusi dal clan significava diminuire le probabilità di sopravvivere. 

Oggi, in molte parti del mondo l’essere umano si è liberato dell’ansia della sopravvivenza, ma la sua biologia è rimasta la stessa, e l’ansia da esclusione si è riversata su altri aspetti meno essenziali della vita.

In Italia la FoMO (tra le cause dello stress da vacanze) è nel 2023 uno dei motivi principali, secondo il Sole 24 Ore, insieme al “revenge travel” (la voglia di recuperare le rinunce dovute alla pandemia) per cui ci si metterà in viaggio. 

sindrome FoMO psicologia
Monstera - Pexels

I sintomi della FoMO

Di FoMO ha parlato Victoria De Angelis, bassista dei Måneskin, in un’intervista a Radio Deejay, raccontando come pur essendo stanchissima, deve “uscire per forza perché sennò ho paura di perdermi qualcosa”. 

Quello della De Angelis è solo uno dei tanti esempi di FoMO e della sintomatologia che questa paura di perdersi qualcosa fa sperimentare. Tra i sintomi principali della fear of missing out troviamo:

  • un utilizzo eccessivo dei social media, che può portare a una dipendenza comportamentale
  • sentimento di rabbia e frustrazione intense quando ascoltiamo il racconto di un evento a cui siamo mancati
  • il timore di non vivere una “vita piena” e l'invidia verso chi, secondo noi, la ha
  • ansia e preoccupazione 
  • il bisogno di condividere tutte le esperienze e le attività sui social media.

Oltre alla FoMO, nel tempo sono nati altri acronimi per descrivere altre sfumature di questa tipologia di ansia sociale:

  • FODA (Fear Of Doing Anything): paura di fare qualsiasi cosa
  • MOMO (Mistery Of Missing Out): lo stato d’ansia che sale quando gli amici non pubblicano foto di qualcosa a cui stanno partecipando o che stanno vivendo
  • FOJI (Fear Of Joining In): la paura di non ricevere apprezzamenti o commenti dopo aver postato qualcosa
  • NOMO (No Mobile): la paura di rimanere senza cellulare.

L’impatto della società

La FoMO è anche stimolata dal tipo di società in cui viviamo, che il sociologo Zygmunt Bauman ha definito “liquida”. Una società in cui l’individuo è lasciato da solo a sopportare sulle spalle il peso delle proprie decisioni. 

Rispetto al passato, abbiamo il vantaggio di poter scegliere le nostre vite sotto ogni aspetto (lavoro, relazioni, tempo libero) e le opzioni sono quasi infinite. Ma il rovescio della medaglia è un carico di responsabilità e stress a tratti insostenibile. Anche scegliere se uscire o no una sera può diventare, per alcune persone, fonte di malessere.

In questo senso vediamo collegate FoMO e FOBO (Fear of better options): più scelte possibili ci si presentano, meno siamo in grado di decidere, meccanismo conosciuto come paradosso della scelta.

FoMO e social media
Cottonbro Studio - Pexels


Il ruolo dei social network

L’avvento dei social network ha portato con sé un cambiamento radicale: tutti possiamo vedere quello che stanno facendo le altre persone in tempo reale, anche dall’altra parte del mondo. I social possono così diventare un enorme amplificatore della FoMO tanto che per spiegare questo acronimo si è aggiunta la definizione di “ansia da social network". 

Il rischio è quello di cadere in un circolo vizioso: per placare la nostra paura di non perderci niente controlliamo compulsivamente i social, ma così facendo aumentiamo la possibilità di imbatterci in eventi o situazioni da cui siamo inevitabilmente esclusi. 

FoMO e marketing

La relazione tra FoMO e bias cognitivi è un elemento cruciale per molte strategie di marketing basate sul senso di appartenenza e, soprattutto, sull’ansia che può scaturire dal pensiero di essere tagliati fuori e perdersi qualcosa di importante.

La voglia di sentirsi parte di un gruppo sociale (che utilizza quel prodotto o servizio) e la conseguente paura di essere escluso, insieme a quello che in gergo viene definito senso di urgenza e scarsità (offerte a tempo limitato o edizioni limitate del prodotto), spinge l’utente all'acquisto impulsivo e a sperimentare un senso di benessere immediato (uno degli esempi più chiari è la FoMO da gaming).

Anche se può sembrare assurdo, le strategie di marketing che fanno leva sulla fear of missing out, puntano anche alla JOMO (joy of missing out) e alla YOLO (You Only Live Once). Se la Jomo rappresenta il diretto contrario della FoMO, la YOLO si può tradurre con “si vive una volta sola” ed entrambe spingono ad acquisti poco ponderati. 

La FoMO si riflette poi anche nella finanza esprimendo l’ansia di stare perdendo una grossa occasione di guadagno e andare incontro a possibili perdite finanziarie. Essa si declina, per esempio, in FoMO CRYPTO e FoMO TRADING.

FoMO, JOMO, MOMO, NOMO, FOBO: questi acronimi così legati alle dinamiche sociali contemporanee e impensabili solo cinquant’anni fa, sono lo specchio dell’impatto enorme che il digitale e i social media hanno avuto nella vita di ogni persona, nel suo stile di vita e nelle sue relazioni

“Soffro di FoMO”: i fattori psicologici individuali della fear of missing out

Pur essendo un fenomeno attribuito soprattutto ai millennial, la FoMO non fa troppe distinzioni di età tanto che è possibile che molti di noi l'abbiamo sperimentata almeno una volta.

Alti livelli di FoMO sono correlati a disturbi di salute mentale anche gravi e invalidanti. Secondo uno dei principali studi sul tema, i fattori più frequentemente associati alla FoMO sono:

  • livelli più elevati di utilizzo problematico dei social media e dello smartphone 
  • ansia
  • depressione 
  • senso di solitudine
  • affettività negativa
  • livelli più bassi di qualità della vita percepita 
  • inclinazione a distrarsi
  • disturbi del sonno
  • diminuzione della produttività.

Inoltre, in un recente studio sul rapporto tra ADHD e FoMO, è stato ipotizzato che nelle persone con questo tipo di funzionamento neurodivergente il rischio di FoMO è maggiore.

Dal momento che nelle persone con ADHD si riscontra spesso una scarsa abilità di regolazione emotiva, questo tipo di problema potrebbe essere proprio ciò che predispone alla FoMO: “Sebbene la paura di essere tagliati fuori mostri somiglianze in molti aspetti della dipendenza da Internet e della dipendenza dai giochi online, deve essere valutata come una soluzione sviluppata per stabilire un controllo emotivo.”

Inoltre, in un recente studio sulla dipendenza da internet negli adolescenti con deficit dell’attenzione/iperattività, è stato ipotizzato che in caso di ADHD la FoMO può aumentare: “gli individui con diagnosi di dipendenza da Internet hanno difficoltà sia nella cognizione sociale che nelle emozioni regolazione, che è più grave in presenza di comorbidità ADHD.”

Come superare la FoMO? È possibile tornare ad avere un rapporto sano con il digitale ed evitare la FoMO da social media?

superare la FoMO
Taryn Elliott - Pexels

FoMO: come superarla e uscirne

Nel nostro articolo abbiamo approfondito cos’è la fear of missing out, cosa vuol dire soffrire di FoMO e quali sono le possibili conseguenze di tale disturbo. Veniamo ora ai possibili rimedi, iniziando da alcuni consigli pratici per provare ad affrontarla:

  • cambia la prospettiva. Dietro alla FoMO si cela un paradosso: per via della paura di perdersi delle esperienze, si rischia di passare il tempo a guardare quello che fanno gli altri senza vivere appieno quello che stai facendo. Magari la serata a cui non stai partecipando è veramente divertente, ma continuare a pensarci e guardarne le foto compulsivamente ti impedisce al tempo stesso di goderti la tranquilla serata che hai organizzato. In altre parole, stai perdendo non una, ma due esperienze!
  • focalizzati su di te: invece di cercare il confronto con quello che fanno gli altri, concentrati sulle cose importanti per te e che ti piacciono, in modo da scegliere solo fra le attività veramente rilevanti
  • coltiva la consapevolezza: vivere nel presente è un buon esercizio se si tende a viaggiare altrove con la mente. Praticare la mindfulness può aiutarti a centrarti sul “qui e ora”, a essere più consapevole delle tue sensazioni ed emozioni ed evitare di cadere in meccanismi ripetitivi
  • pratica la gratitudine: pensa alle cose che ti piacciono della tua vita e di cui sei grato. Può essere utile tenere un diario in cui ogni giorno scrivere le cose che più ti sono piaciute della giornata
  • prenditi una pausa dai social: puoi scegliere volontariamente di lasciare il telefono spento in un orario specifico della giornata 
  • fai una pausa con un’attività piacevole: prova a interrompere il flusso di pensieri intrusivi provando a stare un po’ a contatto con la natura o facendo attività come ascoltare la musica o fare esercizio fisico.

Qualora soffrire di FoMO abbia influito su altri e significativi aspetti della vita, rivolgiti a uno specialista, che saprà:

  • utilizzare gli strumenti diagnostici più idonei per il tuo specifico caso (come la Fear of Missing out Scale (FoMOS), utile per indagare il grado di timore di perdere eventi sociali e il relativo livello di utilizzo dei social media per restare sempre connessi
  • aiutarti a comprendere meglio la tua situazione, indagando le cause della FoMO 
  • aiutarti ad affrontarla grazie ad un percorso personalizzato e gli strumenti terapeutici più adatti.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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