Famiglia

Essere figli di genitori omosessuali: le risposte della psicologia

Essere figli di genitori omosessuali: le risposte della psicologia
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Angela Cristofaro
Redazione
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020

L’omosessualità, fino ad alcuni decenni fa, veniva considerata una patologia e, in alcuni casi, un vero e proprio crimine. Già negli anni Settanta l’American Psychiatric Association elimina l’omosessualità dalla lista dei disturbi mentali. Nel 1990 prende posizione anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità definendo l'omosessualità come

“una variante naturale del comportamento sessuale umano, che comporta l’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale verso individui dello stesso sesso”

e sottolineando la mancanza di evidenze su possibili disagi psicologici o disturbi mentali legati all’orientamento sessuale. Purtroppo, a causa della cattiva informazione o di credenze culturali e religiose, in alcune nazioni i comportamenti omosessuali sono considerati ancora crimini da punire con pene severe, tra cui la morte.

Che cos’è l’omogenitorialità

Al termine omosessualità si associa quello di omogenitorialità, che definisce le famiglie composte da genitori omosessuali. Ancora adesso l’omogenitorialità crea indignazione nell’opinione pubblica, perché si crede che i figli di genitori omosessuali abbiano più probabilità di sviluppare disagi psicologici e di essere condizionati nello sviluppo della propria identità di genere.

August de Richelieu - Pexels

Cosa vuol dire per un bambino vivere all’interno di una famiglia non tradizionale?

In oltre 50 studi internazionali che hanno preso in considerazione famiglie omogenitoriali, i risultati convergono sul fatto che non esiste nessuna ragione per credere che madri lesbiche o padri gay siano genitori inadeguati. L’American Psychiatric Association, infatti, ha affermato nel 2004 che i genitori omosessuali hanno la stessa probabilità delle famiglie tradizionali di fornire al bambino un ambiente familiare supportivo.

Il prof. Baiocco, a capo di uno studio tutto italiano svolto da un gruppo di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, afferma:

“i nostri risultati indicano che i figli di genitori dello stesso sesso stanno bene, sia in termini di adattamento psicologico che in termini di comportamento sociale e rendimento scolastico, in linea con quanto dicono gli altri studi realizzati finora. Non risultano differenze nello sviluppo psicologico e sociale di un figlio, sulla base di come è composta la coppia di genitori”

Inoltre, un recente studio condotto da ricercatori australiani su un ampio numero di soggetti ha addirittura rilevato che:

“i figli di genitori dello stesso sesso presentano punteggi più alti rispetto a varie misure di benessere psicologico e salute generale, non presentano, inoltre, un'incidenza maggiore di omosessualità o problemi legati all'identità di genere”
RODNAE Productions - Pexels

Le evidenze scientifiche delle ricerche sull’omogenitorialità

Dai risultati di tali ricerche è possibile dedurre che:

  • nei figli non è presente una confusione rispetto alla propria identità di genere e il loro sano sviluppo non è condizionato dall’orientamento sessuale dei genitori;
  • i bambini che crescono con genitori omosessuali non hanno nessun maggior rischio di incorrere in problemi emotivi, comportamentali o psicologici ed hanno un rendimento scolastico paragonabile a quello degli altri bambini;
  • le competenze genitoriali non sono influenzate dall’orientamento sessuale;
  • la definizione di genitore non implica una misura della mascolinità del padre o della femminilità della madre;
  • l’essere genitore o la volontà di allevare un figlio sono legati a un processo intimo, al desiderio e alla capacità di prendersi cura di un’altra persona e possono essere indipendenti dai legami biologici, poiché riguardano la sfera delle relazioni affettive;
  • non è l’orientamento sessuale dei genitori a determinare l’adattamento psicologico del figlio, bensì la qualità del legame genitoriale e la disponibilità di risorse sociali ed economiche;
  • per i bambini il vero disagio è lo stigma sociale: non è quindi la preferenza sessuale del genitore a creare difficoltà, ma gli atteggiamenti che il contesto socio-ambientale potrebbe avere verso tale preferenza.
Dziana Hasanbekava - Pexels

Famiglia omogenitoriale: sfide e opportunità

Crescere in un nucleo omogenitoriale mette i genitori e il bambino in una posizione difficile causata da una società che non ne accetta la legittimità. Il pregiudizio che purtroppo può circondare queste famiglie resta indubbiamente uno svantaggio che non dipende dalla condizione dei bambini, ma da un contesto sociale che non ne riconosce la normalità e la legittimità giuridica.

Ci sono anche dei vantaggi!

Nonostante questo, molte famiglie affrontano il problema in modo positivo. Questi bambini, infatti, sono più abituati a parlare di emozioni, di differenze di genere e di problemi come il bullismo a scuola o in altri contesti. Proprio perché hanno dovuto conquistare uno spazio a livello sociale, le famiglie omogenitoriali hanno fatto un lavoro più ricco nell’affrontare problematiche che toccano da vicino lo sviluppo e la crescita di qualunque bambino e risultano essere quindi maggiormente resilienti.

Per un futuro migliore

Tutte le trasformazioni individuali, sociali e culturali hanno bisogno di tempo per essere metabolizzate e realmente accettate. Le evidenze scientifiche rappresentano la strada per legittimare e riconoscere i diritti di queste famiglie; in questo modo:

  • diminuirebbe la discrepanza legale tra esse e le famiglie eterosessuali;
  • si attutirebbe l’atteggiamento omofobico;
  • si preparerebbe il terreno anche per il tanto discusso tema delle stepchild adoption, ovvero la possibilità anche per un genitore di una coppia omosessuale di adottare il figlio del partner.

Bibliografia

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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