Il sintomo è indice e movente del disagio che ci ha portati alla richiesta di psicoterapia, per questo è importante ascoltarlo. A volte, anche in assenza di sintomi, si sente semplicemente la spinta a voler conoscere meglio sé stessi e promuovere il proprio benessere, si percepisce una “indefinita voglia di” spesso intralciata dal costrutto culturale che stigmatizza ed etichetta chi fa psicoterapia come “pazzo o problematico” e il terapeuta come “strizzacervelli”.
La stigmatizzazione della psicoterapia in assenza di sintomi
Oggi la psicoterapia, non più associata a persone con conclamata sintomatologia, viene sempre meno biasimata e criticata. Questo significa che aumenta il numero di utenti che ci contatta in virtù di una voglia di crescita personale, utile alla promozione di un miglioramento della qualità della propria vita.
Naturalmente, i preconcetti legati alla salute mentale, sono ancora tanti e la resistenza di molte persone ad intraprendere un percorso poggia ancora su questa sovrastruttura che vede la psicoterapia come un qualcosa di strettamente connesso al sintomo.
Psicoterapia e resilienza
Se ne parla spesso, ma cos’è la resilienza? In psicologia la identifichiamo come quella capacità di far fronte agli eventi traumatici o stressanti. A chi di noi non è mai capitato di affrontare un evento destabilizzante o qualcosa a cui abbiamo dovuto far fronte utilizzando tutta la nostra resilienza? E se considerassimo la psicoterapia utile strumento per acquisire le capacità necessarie ad aumentare il nostro livello di resilienza?
La psicoterapia, in tal senso, assume la sua valenza di sostegno e supporto generale per il miglioramento della qualità di vita di tutti. Al di là dei sintomi, ponendosi come obiettivo la crescita personale, è un utile strumento di resilienza per il raggiungimento di un obiettivo generale più ampio: la promozione del benessere generale della persona.
Psicoterapia e consapevolezza dell’essere
Un costrutto psicologico dei primi del Novecento sviluppato dal filosofo Heidegger, credo possa porsi come obiettivo di ogni psicoterapia: la promozione di una vita basata sulla consapevolezza dell'essere a dispetto dell'oblio dell'essere.
“Quando si vive in uno stato di oblio dell'essere, si vive nel mondo delle cose e ci si immerge nelle distrazioni quotidiane dell'esistenza: uno è ‘abbassato di livello’, assorbito in ‘chiacchiere oziose’, perduto nel ‘loro’. Ci si arrende al mondo quotidiano, a una preoccupazione del modo in cui le cose sono. Nell'altro stato, lo stato della consapevolezza dell'essere, non ci si meraviglia del modo in cui le cose sono ma del fatto che esse siano. Esistere in questo stato significa essere continuamente consapevoli dell'essere. (…) si rimane consci dell'essere, consci non solo della fragilità dell'essere ma anche della responsabilità del proprio essere (…) è solo qui che si può afferrare il potere per cambiare sé stessi.”
Irvin D. Yalom, Psicoterapia esistenziale, Neri Pozza, 2019
Nuovi obiettivi in psicoterapia
La psicoterapia è anche un utile strumento di crescita personale in cui promuovere un “vivere in modo autentico”, nella consapevolezza dell’essere, per acquisire e potenziare la propria resilienza e fronteggiare la vita nell’ottica della promozione del benessere e di una qualità di vita migliore.