Il pensiero laterale (o lateral thinking) è una capacità che appartiene spesso ai bambini, ma che torna molto utile anche agli adulti.
Lo scrittore Antoine de Saint-Exupéry, ne Il Piccolo Principe, con il suo disegno dell'elefante dentro il boa e con la pecorella nella scatola, regala alla letteratura due magistrali esempi di un'abilità che i bambini naturalmente possiedono, ma che alcuni adulti hanno bisogno di allenare: la capacità di pensare in modo laterale o divergente.
“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. [...] Ho conosciuto molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi. Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino. Ma l’opinione che avevo di loro non è molto migliorata.”
A. de Saint-Exupéry
Cos’è il pensiero laterale
Qual è il significato di “pensiero laterale”? La definizione di pensiero laterale data da Treccani è “Capacità di soluzione dei problemi seguendo un percorso non convenzionale e non basato sulla logica razionale”.
Questo “pensare fuori dagli schemi” e in modo non convenzionale, trae origine da curiosità e anticonformismo, è la modalità di pensiero più comune durante l'infanzia ed è particolarmente sviluppato nei bambini con plusdotazione. I bambini, maestri di fantasia e freschezza, si avvalgono di innumerevoli gradi di libertà nella ricerca di soluzioni alternative e nuovi punti di vista di fronte a un dato problema. Ecco uno dei più celebri esempi di pensiero laterale.
L’aranciata avvelenata: gli invitati di un ricevimento muoiono dopo aver bevuto dell’aranciata avvelenata da una brocca con ghiaccio. Tutti tranne uno. Perché l’uomo si salva?
Ecco gli elementi da considerare:
- l’uomo non è immune al veleno
- la bevanda è la stessa che bevono tutti
- il veleno era già nella brocca quando anche l’uomo che si è salvato ha bevuto
- il veleno non era ancora sciolto quando egli ha bevuto, ma non era stato messo nella bevanda con una pasticca.
Pensiero laterale e divergente
In termini pratici, non c’è molta differenza tra pensiero divergente e pensiero laterale. Il pensiero divergente, infatti, chiama in causa creatività, immaginazione e fantasia per la risoluzione di un problema.
Pensiero laterale e pensiero divergente sono modi non convenzionali e innovativi di pensare, possono favorire la capacità di problem solving ed essere utili nella gestione dei conflitti (pensiamo, per esempio, ai problemi con i colleghi di lavoro o i compagni di studio).
Lo psicologo Joy Paul Guilford definisce 4 parametri per la valutazione del pensiero laterale:
- la fluidità: elemento quantitativo che si riferisce al numero di idee
- la flessibilità: l’attitudine all’adozione di diversi approcci di pensiero rispetto un problema da affrontare
- l’originalità: la capacità di formulare pensieri unici, che non seguano necessariamente quelle della maggioranza
- l’elaborazione: la modalità in cui queste idee e questi pensieri vengono concretizzati.
Questi elementi, che fanno parte delle tecniche creative del pensiero laterale, daranno vita con più facilità a quello che possiamo definire “atto creativo”. Il suo essere originale, permette al pensiero laterale di discostarsi e superare gli ostacoli di possibili bias cognitivi che non permettono al pensiero di fluire in modo diverso.
Pensiero laterale e verticale
Al pensiero divergente si contrappone il pensiero convergente, basato sulla capacità di fare un ragionamento logico e lineare che si poggia su soluzioni e risposte già salde e che ci sono note.
Pensiero laterale e pensiero verticale si differenziano perché quest’ultimo è il pensiero logico, razionale, analitico. Insomma, batte strade conosciute e agisce all’esatto opposto del pensiero laterale.
I meccanismi del pensiero laterale
Il termine pensiero laterale è coniato dallo psicologo E. De Bono, considerato uno dei più grandi esperti del pensiero e, in particolar modo, del pensiero creativo. Ma che cos'è il pensiero laterale di cui parla Edward De Bono, in pratica?
Nel suo libro The Use of Lateral Thinking, De Bono parte dall’analisi del pensiero verticale e dai suoi limiti, per giungere alla conclusione che un pensiero alternativo, laterale appunto, possa aiutare a trovare nuove soluzioni a un problema, stimolando la ricerca di nuove interpretazioni della realtà.
Ma come si sviluppa il pensiero laterale secondo De Bono? Uno degli esercizi per sviluppare il pensiero laterale più conosciuti è la metodologia dei sei cappelli, molto utilizzata anche nelle attività orientate al benessere organizzativo delle aziende.
Che cos’è la metodologia dei sei cappelli?
Per affrontare un problema in modo alternativo non basta dirsi “pensa fuori dagli schemi”, ma bisogna mettere in pratica questa abilità con l’utilizzo di tecniche di pensiero laterale specifiche come quella che Del Bono spiega nel libro Sei cappelli per pensare.
“Pensare non è una scusa per non agire ma un modo per agire meglio. Perciò avanti con l’azione.” E. De Bono
Un riassunto del metodo di pensiero laterale proposto di De Bono potrebbe essere il seguente: ciascuno dei sei cappelli ha un colore specifico e rappresenta un singolo punto di vista e, di conseguenza, di pensiero:
- il capello bianco: è il pensiero imparziale, oggettivo, basato sui fatti
- il cappello rosso: rappresenta l’emotività e l'intuito
- il cappello giallo: è il punto di vista che evidenzia i possibili vantaggi di una circostanza, basati su un ragionamento logico
- il cappello nero: al contrario del giallo, porta alla luce gli svantaggi di una situazione, facendo emergere la parte critica
- il cappello blu: è sinonimo del pensiero ponderato che si basa sulla calma
- il cappello verde: rappresenta il pensiero libero e creativo, ricco di fantasia.
Indossando i diversi cappelli e abbracciando di volta in volta diversi modi di pensare, si potranno trovare soluzioni creative, inaspettate e stimolanti.
Altre tecniche del pensiero laterale
Per allenare il pensiero laterale possono essere utilizzate diverse tecniche ed esercizi, come quella dei sei cappelli che abbiamo visto. Il brainstorming, per esempio, è una tecnica di pensiero laterale molto usata in vari contesti.
Nel processo di brainstorming, la mente è libera di proporre idee anche totalmente diverse l’una dall’altra. In questo genere di attività, come scrive il pubblicitario A.F. Osborn nel libro Applied imagination, sono fondamentali:
- la raccolta di idee: l’atteggiamento dei partecipanti deve essere accogliente e non giudicante rispetto le idee proposte
- la quantità: più idee ci sono, meglio è
- la non convenzionalità: l’originalità è alla base dello stimolo creativo
- la ricerca di nuove combinazioni: ogni idea può essere fonte di ispirazione e dare vita a nuove soluzioni, anche inaspettate.
Tre strategie ed esercizi per allenare la soft skill del pensiero laterale
La capacità di apportare creatività, innovazione e nuove sfide, nella realtà lavorativa attuale sempre più dinamica e competitiva, è una soft skill valutata assai positivamente: vediamo quindi tre strategie per riscoprire e sviluppare questa capacità così utile in contesto lavorativo e non.
La sinettica
La sinettica è una tecnica ideata dallo psicologo William J.J. Gordon, ed è utile per risolvere problemi di natura tecnica. Ciò che apparentemente sembra non avere nessun collegamento, attraverso l’esercizio della sinettica può dare vita a una soluzione innovativa a un determinato problema.
Le sessioni di sinettica si svolgono in 9 diversi step. In breve, viene proposto il problema da affrontare e dopo un iniziale brainstorming, le persone coinvolte nella sessione sono invitate a pensare a diverse analogie:
- l’analogia diretta, attraverso cui si ragiona per similitudine
- l’analogia simbolica, utile a trovare analogie inedite
- l’analogia fantastica, in cui la creatività si esprime al massimo.
Questo processo aiuta ad andare oltre le soluzioni più ovvie e immediate e trovare soluzioni innovative.
La tecnica S.C.A.M.P.E.R.
È una strategia di sviluppo di idee creative utile per creare qualcosa di innovativo e per allenare il nostro pensiero. Ogni idea viene filtrata attraverso questi step:
- Sostituiamo qualche elemento di questa idea con altre idee
- ora combiniamole tutte
- adattiamole
- modifichiamole
- diamo loro altri usi
- eliminiamone qualcuna
- riformuliamo.
Ritroviamo il bambino che è in noi
Nel suo libro Playfulness: Its Relationship to Imagination and Creativity, Nina Lieberman ha asserito che, secondo gli studi da lei condotti, alcuni elementi accrescono la capacità di pensare lateralmente:
- avere buone relazioni sociali
- godere di un buon riposo
- provare gioia e benessere interiore
- sentirsi liberi da pressioni, stress e ansia.
Pensieri laterali: indovinelli
Come abbiamo visto, il pensiero laterale può essere allenato con alcune tecniche, ma anche con quiz, test e indovinelli che sollecitano diversi tipi di pensiero laterale. Ricordate l’esempio di pensiero laterale nell’indovinello dell’Aranciata Avvelenata all'inizio del nostro articolo?
Ecco la soluzione! Il veleno era nel ghiaccio, l’uomo ha bevuto per primo, quando il ghiaccio non si era ancora sciolto, così si è salvato.
Per sviluppare il pensiero divergente, lasciamo fluire la nostra creatività, restituendole il potere di modificare (in positivo) il nostro mindset nei confronti della vita, facendoci sentire di nuovo un po' bambini: ottimisti, liberi, anticonformisti.
Cosa significa nella pratica pensare lateralmente?
Usare strumentalmente il pensiero laterale significa ricominciare a pensare, non solo come artisti e creativi, ma anche come il bambino che è in noi.
Riuscire a immaginare molteplici soluzioni e prospettive innovative ci permette non solo di riconnetterci alla nostra creatività, ma di accantonare, almeno per un momento, la dicotomia giusto-sbagliato di cui è permeata la nostra società.
Pensare in modo divergente significa abbracciare la complessità densa di sfumature del vivere sociale, rifiutando il concetto di soluzioni univoche e modalità stereotipate per la risoluzione di problemi complessi.