Una delle consuetudini di inizio anno più diffuse è quella di stilare una lista di buoni propositi. Spesso hanno a che fare con abitudini che vogliamo cambiare, obiettivi che desideriamo raggiungere e nuovi progetti che vogliamo realizzare.
Altrettanto spesso, però, con il passare delle settimane, l’impegno a mantenere fede ai buoni propositi comincia ad affievolirsi, mettiamo da parte la lista e pian piano abbandoniamo ogni buon proposito fatto a inizio anno. Ma perché questo accade?
Cos’è un buon proposito?
Il buon proposito è un’ambizione rispetto a se stessi: più che una decisione, si tratta di un progetto per il futuro, legato al concetto di ideale dell’io che riflette le aspirazioni e le aspettative che abbiamo su noi stessi.
Il buon proposito è differente però da un obiettivo, perché è qualcosa che ha a che fare con l’esame di realtà: un’analisi delle nostre capacità oggettive e delle nostre potenzialità che ci fa creare un piano concreto e oggettivo per realizzare quello che abbiamo pensato per noi stessi, nella concretezza.
Serve davvero fare tanti buoni propositi?
Senza dubbio, fare tanti buoni propositi ci dà una spinta molto positiva e accende il motore della motivazione. Del resto, sono i sogni e le aspirazioni a mantenerci vivi! Va bene anche avere delle aspirazioni ambiziose, un po’ sopra le righe o che ci mettono alla prova e ci possono far realizzare qualcosa di inaspettato.
Proprio perché si tratta di spinte, però, bisognerebbe viverle come tali, dando loro il giusto peso. Quando non riusciamo a fare ciò che ci siamo proposti, rischiamo infatti di:
- provare ansia e avere paura di non essere abbastanza (atelofobia);
- cambiare la percezione che abbiamo di noi stessi;
- giudicarci male e pensare di essere persone poco combattive e incapaci.
È qui che può nascere il problema!
Perché abbandoniamo i buoni propositi?
Anche se siamo spinti da una forte motivazione, capita di non riuscire a realizzare un buon proposito. Questo accade perché possiamo avere ambizioni che non rispecchiano chi siamo veramente. Se non conosciamo bene noi stessi, facciamo buoni propositi partendo da aspirazioni che non ci appartengono e che sono piuttosto:
- della società;
- del nucleo familiare;
- delle persone che abbiamo intorno.
Capita così di fallire la realizzazione di un buon proposito proprio perché, nel profondo, non ci appartiene. Questo ci fa sentire inadeguati e non all’altezza, facendoci pensare di voler raggiungere degli standard che, però, non rispecchiano i nostri reali obiettivi.
Procedere a piccoli passi
Una tendenza piuttosto comune è quella di immaginarci giunti già all’obiettivo finale. Questo però non ci consente di visualizzare le tappe intermedie e tutte quelle piccole cose che rappresentano il viaggio verso la meta. Sarebbe importante, invece, goderci il tragitto che ci porta a ciò che vogliamo raggiungere, perché può raccontarci tanto su di noi.
La gestione dei singoli ostacoli è infatti già di per sé un obiettivo quindi, nel momento in cui fissiamo una meta, sarebbe importante non dimenticare di tracciare delle linee intermedie che, sebbene possono essere difficili da affrontare, ci aiutano a fare una cosa importante: vivere il momento in cui proviamo a raggiungerle.
È poi così sbagliato abbandonare un buon proposito?
Ognuno di noi dovrebbe fare quello che può quindi, se ci poniamo un obiettivo da raggiungere ma quel momento non è adatto a realizzarlo, non riusciremo ad arrivare alla meta. Potremmo invece porci degli obiettivi quando sentiamo che è il momento giusto, trovando l’equilibrio tra ciò che desideriamo e il momento in cui vogliamo raggiungerlo.
Forse, accade di abbandonare un buon proposito perché non è il momento giusto per cercare di realizzarlo.
Cosa succede quando non siamo capaci di mantenere un buon proposito?
Abbandonare un buon proposito ha delle conseguenze che possono incidere sul nostro benessere emotivo, soprattutto se abbiamo condiviso con gli altri le nostre intenzioni. Possiamo sperimentare:
- attacchi d'ansia
- senso di inadeguatezza
- abbassamento dell’autostima
- crollo del senso di autoefficacia
- senso di abbattimento.
L’abbandono di un buon proposito può diventare problematico perché rischiamo di percepire un’immagine errata di noi stessi legata al fallimento, fino ad arrivare a provare un forte senso di tristezza e depressione, che è lo scenario più grave.
Ci sono delle soluzioni per non abbandonare i buoni propositi?
Ognuno di noi raggiunge gli obiettivi che si è posto nel momento in cui può farlo. Se non ce la facciamo, forse c’è un problema che non conosciamo: ignorarlo senza andare alla radice ci porterà sempre al fallimento. In quest’ottica, una terapia psicologica può esserci di grande aiuto perché ci condurrà a scoprire cosa vogliamo davvero e le ragioni profonde per cui non riusciamo ad ottenerlo.
Scegliere di andare dallo psicologo, specie di fronte a un fallimento, è difficile. Magari pensiamo di essere sbagliati, perché attribuiamo a noi stessi la colpa del fallimento, perché ci sentiamo già rassegnati pensando che non cambierà nulla.
Abbandonare un buon proposito: e se fosse l’occasione per conoscerci di più?
Il non riuscire a raggiungere un obiettivo è spesso l’esito di un problema più profondo rispetto:
- alla conoscenza che abbiamo di noi stessi e dei nostri reali bisogni
- alla consapevolezza di quali siano le scelte più adatte a noi
- alla scelta di vivere la vita che ci assomiglia di più.
Certo, dobbiamo sempre tenere in considerazione la resistenza al cambiamento, perché cambiare è complicato, tanto più se ci poniamo obiettivi che non sono in linea con il nostro vero sentire e magari troppo ambiziosi.
Cambiare le cose fa paura perché, paradossalmente, anche se le cose che viviamo ci fanno del male, le conosciamo e quindi sono più rassicuranti. Il cambiamento è un salto nel vuoto e, anche se magari c’è un’aspettativa di soddisfazione maggiore, non lo mettiamo in atto perché è qualcosa di sconosciuto.
L’aiuto dello psicologo
Il lavoro di un professionista della salute mentale può aiutarci a inquadrare chi siamo davvero, riflettere su di noi e sui nostri bisogni. Comprendere se gli obiettivi che ci siamo posti ci appartengono veramente oppure no è il primo passo per rendere un buon proposito più concreto e, quindi, raggiungibile.
Porsi degli obiettivi più realistici, tali perché “ci assomigliano”, ci consentirà di raggiungerli con più facilità perché sono alla nostra portata e, soprattutto, perché li vogliamo davvero.
E se il tuo buon proposito fosse quello di conoscerti meglio? Uno degli psicologi di Unobravo ti aspetta per iniziare con te un percorso verso una maggiore consapevolezza di te e dei tuoi desideri.