L’adolescenza è una tappa dello sviluppo che spesso spaventa e confonde gli adulti, preoccupati di come poter entrare in contatto con i figli senza disturbare, con la consapevolezza di dover affrontare un periodo complesso rispetto al quale si sentono spesso impreparati.
I figli infatti, in questa delicata fase del ciclo di vita, sono chiamati ad assolvere un compito importante:
- definire la propria identità
- separarsi dai genitori per raggiungere una condizione di autonomia.
La famiglia d’origine riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’adolescente, ancora troppo piccolo per essere considerato autonomo, ma evidentemente troppo grande per dipendere completamente dalle proprie figure di riferimento.
Questa delicata fase di cambiamenti in adolescenza può quindi essere considerata un’impresa congiunta tra genitori e figli, il cui scopo è la separazione e individuazione rispetto al sistema familiare.
Cosa si significa trovare l’equilibrio tra appartenenza e separazione?
La ricerca di questo delicato equilibrio tra il senso di appartenenza alla propria famiglia e il bisogno di scoprire una propria identità autonoma, è un processo che ci accompagna per tutta la vita. L’adolescenza è considerata il momento in cui:
- si sperimentano i primi tentativi di svincolo dalla propria famiglia
- i giovani si mettono alla prova rispetto al mondo esterno
- i genitori sono chiamati a lasciare spazio e a tollerare questi movimenti di allontanamento e riavvicinamento dei figli.
La possibilità dell’adolescente di separarsi dalla propria famiglia d’origine dipende proprio dalla capacità di poter sperimentare una sana dipendenza. Differenziarsi vuol dire rispondere di sé, in termini di pensiero, emozioni e azioni, facendo sempre riferimento alla comune appartenenza alla propria storia familiare. In questo modo sarà possibile sviluppare autonomia: la capacità di distinguere tra sé e l’altro e di mettersi nei panni di chi ci sta accanto.
Quali sono i compiti dei genitori e quali quelli dei figli?
Se i figli sono chiamati ad abbandonare le sicurezze infantili per rivolgersi verso l’esterno, i genitori devono fronteggiare i sentimenti di vuoto e di incertezza legati:
- alla separazione
- al reinvestimento sulla coppia coniugale
- all’invecchiamento della generazione.
Obiettivo della famiglia sarà di evitare lo stallo intergenerazionale: i figli dovrebbero progredire nel passaggio alla vita adulta assumendosene la responsabilità, mentre i genitori dovrebbero passare dalla generatività parentale a quella sociale, con il fine di rinforzare positivamente la generazione cui i figli appartengono.
Cosa accade quando non si raggiunge un equilibrio?
Il mancato raggiungimento dell’equilibrio tra “l’aver bisogno dei genitori” (dipendenza) e la curiosità nei confronti dell’uomo e della donna che sono stati i propri genitori (separazione), trova espressione in modalità differenti:
- coloro che effettuano un taglio netto con la propria famiglia, apparentemente indipendenti e autonomi, in realtà hanno un forte bisogno di dipendere dall’altro nonostante ne siano spaventati. Probabilmente ricercheranno nel partner qualcuno che possa colmare il loro dolore;
- coloro che sono cronicamente “imprigionati” nel ruolo di figli e dipendono emotivamente dalla propria famiglia d’origine.
La famiglia e la richiesta di supporto psicologico
La famiglia arriverà a fare richiesta di terapia chiedendo un supporto per un figlio che, con i suoi sintomi, sta mettendo a rischio l’armonia e l’equilibrio del gruppo. Questo momento, vissuto con ansia e preoccupazione da parte della famiglia, è in realtà una preziosa occasione per:
- confrontarsi rispetto ai bisogni inespressi e alle reciproche aspettative;
- dare voce ad ogni componente della famiglia in un contesto protetto e sicuro.
Come può aiutarti la psicoterapia?
Nella psicoterapia sistemico relazionale attraverso la ri-narrazione della storia familiare, sarà possibile riscrivere il passato nel momento presente, attivando e promuovendo di conseguenza il cambiamento. Per comprendere l’adolescenza in ottica sistemica sarà fondamentale:
- non considerare questa fase di crescita individuale e familiare come fosse una malattia;
- tenere sempre ben presente il forte bisogno dei ragazzi di separarsi quanto quello di appartenere.
L’adolescente è un prezioso membro della famiglia depositario della propria storia familiare, per questo va ascoltato in terapia come soggetto competente. Sarà quindi fondamentale porre molta attenzione a non stigmatizzare mai come patologico il fisiologico comportamento adolescenziale.