In questo articolo, parlando di trauma non mi riferirò solamente ad un evento specifico che in certe occasioni può essere esperito da un soggetto e portare a un ptsd, ma anche ad una serie di eventi, o mancanza di questi, che si sia ripetuta più volte lungo la vita del soggetto, in particolar modo in giovane età.
Nel trauma quindi rientreranno sia quei concetti quali:
- trascuratezza
- incuria
- ipercuria
sia quelli che altri orientamenti chiamano Traumi con la “t maiuscola” e traumi con la “t minuscola”.
Utilizzerò il termine addiction (piuttosto che quello di dipendenza) connotandolo in base al parlare di:
- addiction da sostanze (da alcol, nicotina, ecc.)
- addiction comportamentali (oniomania, dipendenza da internet, ipersessualità, codipendenza e dipendenza affettiva).
Il trauma
Il vocabolario Treccani propone come trauma la seguente definizione:
“turbamento dello stato psichico prodotto da un avvenimento dotato di notevole carica emotiva. b. estens. e fig. Grave alterazione del normale stato psichico di un individuo, conseguente a esperienze e fatti tristi, dolorosi, negativi, che turbano e disorientano”
Personalmente, trovandomi un po’ in disaccordo con questa definizione, prendo in prestito le parole degli psichiatri Benedetto Farina e Giovanni Liotti:
“Una grave mancanza di protezione (fisica o emotiva) da parte dei genitori (neglect nella letteratura anglosassone) oppure maltrattamenti e abusi durante l’infanzia, soprattutto se perpetrati da figure di attaccamento (FdA), costituiscono esperienze traumatiche in quanto determinano per il bambino esperienze ripetute di minaccia soverchiante da cui è impossibile sottrarsi”
L’addiction
La parola addiction deriva da un termine latino che indica lo "schiavo di" o colui il quale è "legato a". Era un termine utilizzato per descrivere coloro che, a causa di debiti, finivano per divenire schiavi di qualcuno dopo la libertà, differenti rispetto a quelli che non erano nati in stato di schiavitù, che invece venivano denominati servum.
Il legame tra traumi e addiction
Molti studi scientifici mostrano come l’esposizione ad esperienze di traumi infantili aumenti non solo il comportamento di addiction da varie sostanze, ma anche la gravità di questo utilizzo. Non sono ancora disponibili studi riguardanti la stessa relazione anche per quelle che vengono ad oggi chiamate “dipendenze comportamentali”.
Qualche riflessione
Nei secoli, numerosi studiosi, e in altrettanti modi differenti, hanno provato a cercare di spiegare la patogenesi del disturbo da addiction. Si è passati da approcci più biologici ad altri più socioeconomici, per arrivare a teorie di mancanza di motivazione o addirittura perversione delle persone affette da questa problematica.
Consapevole del fatto che una teoria di oggi domani potrebbe essere smentita da nuovi strumenti e dati, la teoria del trauma come possibile facilitatore di queste problematiche è quella che più mi è affine e che più sento mia.
Nella mia pratica clinica questo si traduce con una particolare e costante attenzione non solo ad eventi specifici che possono aver influito in modo importante sulla costruzione dell'identità della persona, ma anche agli stili di accudimento genitoriali che potrebbero essere stati vissuti come di trascuratezza, incuria e ipercuria da parte del paziente.
L’idea che mi guida è che non sia l’evento in sé, o l’insieme degli eventi, a costituire ciò che rende traumatica un'esperienza, che invece è dato da:
- il vissuto soggettivo di questo avvenimento, con tutte le sue componenti sia cognitive che emotive;
- le caratteristiche, intese come risorse o fragilità, specifiche di quella persona in quel determinato momento della sua vita.