Dipendenze

La dipendenza da sostanze

La dipendenza da sostanze
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Silvia Negri
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico - Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive il concetto di dipendenza patologica come

“uno stato psichico e fisico derivante dall’interazione con una sostanza che determina modificazioni del comportamento, e la necessità di assumere questa per ottenere gli stessi effetti psichici ed evitare la sindrome da astinenza”.

La dipendenza può intendersi come fisica o psicologica:

  • la dipendenza fisica, indotta da molte sostanze di abuso, agisce sul cervello e sul fisico, cambiando il modo in cui distingue sensazioni piacevole spiacevoli. I sintomi dell’astinenza sono la conseguenza di questo stato;
  • la dipendenza psicologica riguarda il bisogno di usare la sostanza (craving). Si tratta di una vera e propria brama, a volte incontrollabile, legata al pensiero desiderante e alle sensazioni che la sostanza fa provare nel momento dell’assunzione.

 

I fattori psicologici nella “scelta” della sostanza

Numerosi sono gli effetti della droga sul sistema nervoso. Le droghe vengono infatti utilizzate proprio per la loro capacità di modificare lo stato e l’attività mentale di chi ne fa uso. È importante quindi riflettere sulla “scelta” che guida alla sostanza, che ha una vera e propria valenza psicologica in base all’effetto che la persona cerca.


Le categorie delle sostanze. Cosa cerca chi le usa?

Le sostanze più conosciute vengono solitamente divise in categorie in base all’effetto che hanno non solo sul cervello, ma sul tutto il corpo. Vediamo le principali:

  • sostanze stimolanti: non fanno sentire la stanchezza e aumentano la forza fisica;
  • sostanze dispercettive, come la ketamina o l’LSD, che innescano il trip, un viaggio durante il quale si ha una profonda alterazione della percezione della realtà;
  • sostanze deprimenti, che garantiscono un piacere ed una pace molto intensi ma effimeri, e lasciano il posto ad una sensazione di profonda depressione e vuoto;
  • sostanze deprimenti dispercettive come la cannabis, che danno una sensazione piacevole ma che, a lungo andare, possono portare effetti collaterali come attacchi di panico e deficit cognitivi o della memoria;
  • ecstasy, stimolante con effetti simili all’LSD: un grande miscuglio di sostanze, anche tossiche e velenose, la cui assunzione è una vera e propria roulette russa, con rischio di danni organici e cerebrali gravi e duraturi, proprio perché non si sa mai cosa si sta assumendo.

Nuove sostanze e nuove modalità di assunzione

Ogni anno vengono messe sul mercato nuove sostanze, i cui principali destinatari sono i giovani che frequentano discoteche, rave party o semplicemente le piazze delle nostre città. Si sta inoltre sempre più delineando il profilo dei poliassuntori, persone che per vari motivi assumono, oltre alla sostanza da cui sono dipendenti, altre droghe con effetti diversi.

Isabella Mendes - Pexels

Le caratteristiche cliniche della dipendenza

Le persone che usano sostanze spesso cercano soluzioni temporanee ai propri conflitti interni, e credono di averne il controllo sull’uso. Con il tempo, in realtà, è la sostanza che prende il sopravvento e diventa l’essenza della persona.

La sostanza inoltre può essere utilizzata come strumento per lenire i sintomi di altri disturbi psichici, come le preoccupazioni eccessive dei disturbi d’ansia, o le sensazioni di angoscia e vuoto dei disturbi depressivi o nel disturbo bipolare. Può essere utilizzata anche da coloro che rifuggono i momenti di socialità, a causa di fobie specifiche, oppure per regolare stati emotivi intensi nel disturbo borderline di personalità.

La nascita e i primi rapporti

Una diagnosi della dipendenza si può fare andando ad indagare i primi anni di vita del paziente e i primi rapporti, da neonato, con le figure di riferimento.

Dopo la nascita, il bambino intuisce che esiste la possibilità di un rapporto con un altro essere umano che si prenderà cura di lui. Questa speranza ha bisogno di continue conferme da parte dell’adulto, attraverso l’accudimento e l’allattamento. In questi momenti infatti, il bambino non riceve solo cure fisiche e materiali, ma fa proprie anche le caratteristiche qualitative del rapporto, come il calore umano e l’attenzione che le figure di riferimento investono nell’accudirlo.

La presenza affettiva dell’adulto è essenziale per la crescita del bambino ma, se questa nel tempo viene continuamente disconfermata, il bambino sentirà di ricevere solo un accudimento di tipo materiale, perdendo sempre più fiducia nella possibilità di essere amato da qualcun altro.


L’arrivo nell’adolescenza

Durante l’adolescenza, a fronte dei primi confronti con i pari, possono riattivarsi le carenze dei rapporti avute nei primi anni di vita, e potrebbe pertanto presentarsi la tendenza alla ricerca di un rapporto unicamente di tipo materiale.

La droga quindi, può rappresentare l’unica possibilità di colmare quel bisogno fisico. La sostanza così si sostituisce ai rapporti, arrivando a condizionare gli stati d’animo dell’individuo.

Mariana - Pexels

È possibile guarire?

Il percorso di cura per questi pazienti è complesso: è necessario infatti valutare le varie sfaccettature della dipendenza per poter poi intraprendere il percorso più adatto al paziente. È importante innanzitutto fare riferimento a strutture pubbliche, come i Servizi pubblici per il trattamento delle dipendenze (Ser.D), che possono creare una “rete” intorno al paziente e garantire, se necessario, una terapia farmacologica per iniziare la separazione fisica dalla sostanza.

La terapia familiare, laddove è possibile, è importante per sostenere le famiglie e aiutarle a trovare nuove modalità di comunicazione e di relazione. È possibile infine guarire dalla dipendenza attraverso percorso psicoterapeutico che vada a risolvere le problematiche più personali del paziente e che lo aiuti a rimettersi in contatto con la sua realtà più interna, con la sfera degli affetti e delle relazioni più profonde.

Il tutto attraverso lo spazio di terapia dove si costruisce, seduta dopo seduta, un nuovo rapporto con lo psicoterapeuta che possa portare il paziente a ritrovare la fiducia perduta. Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio il libro Dipendenza da sostanze. Un mondo senza sogni, da cui sono state tratte alcune delle informazioni contenute in questo articolo.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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