La bioenergetica in gravidanza

La bioenergetica in gravidanza
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Emanuela Forte
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Analisi Bioenergetica
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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In gravidanza la donna che sta per diventare mamma sente il proprio corpo che muta e affronta un cambiamento intenso che ha ripercussioni significative sul suo stato d’animo, che in alcuni casi può essere dominato da una persistente ansia, come nella tocofobia e paura del parto. La donna è chiamata inoltre ad entrare in comunicazione con il bambino: svolgere gli esercizi bioenergetici può divenire un fattore protettivo per trovare uno spazio per se stessa, vivendo il primo contatto affettivo con il suo bambino e il processo di trasformazione in atto.

Tra tutti i tipi di psicoterapia, la bioenergetica aiuta, con esercizi mirati, a entrare in contatto con se stessi. Uno dei principali obiettivi è portare l’attenzione sul proprio corpo per entrare in contatto e approfondire le proprie sensazioni ed emozioni attraverso:

  • la respirazione
  • il movimento libero
  • la postura
  • la voce
  • il contatto
  • il grounding.

Il grounding è la “capacità di stare sulle proprie gambe” e “sentire le proprie radici”. Per la futura mamma è fondamentale per avere un maggior contatto con sé e un maggior supporto in una fase di grande cambiamento caratterizzata dalla tempesta emotiva provocata dalla gravidanza.


A che cosa servono gli esercizi corporei?

Attraverso gli esercizi bioenergetici la donna entra in contatto con il corpo nel suo qui e ora, promuovendo il benessere psicofisico. Il movimento corporeo, con il suo ritmo, aiuta a:

  • metterla in ascolto
  • percepire e assecondare le sensazioni che prova
  • seguire il proprio tempo, nel pieno rispetto di se stessa.

Con il supporto del respiro profondo e di movimenti delicati e fluidi si cercherà di dare mobilità a quelle aree chiamate in causa nella gestazione, come il pavimento pelvico e la zona del bacino. Partendo dai piedi e dal sostegno delle gambe, delle ginocchia e delle caviglie, si cercherà di trovare la propria sicurezza interna e avere radicamento in questa fase di profondo cambiamento.


Gravidanza e movimento

La coppia genitoriale che sta nascendo ha bisogno di costruire e sviluppare, attraverso il corpo, un linguaggio caratterizzato da emozioni e sensazioni in grado di comunicare con il bambino prenatale e con il bambino della propria infanzia. Ecco perchè conoscere il proprio linguaggio del corpo è molto importante.

Come sostiene la psicoterapeuta Maria Ballardini, la gravidanza, il parto e l’allattamento sono tutte esperienze corporee. La bioenergetica si inserisce in ciò attraverso l’uso di movimenti, posizioni che sono esperienze di sé, di un sé psicocorporeo da riconoscere, accogliere e rispettare, anche attraverso l’uso di lavori esperienziali finalizzati alla relazione.

Georgia Maciel - Pexels

Bioenergetica in coppia

Il partner può essere una grande risorsa e un sostegno fondamentale per la donna nel percorso di accompagnamento alla nascita e, attraverso queste esperienze, può divenire fonte di rispecchiamento del vissuto della donna, migliorando l’intimità e la condivisione dell’esperienza. Di seguito alcuni esercizi di bioenergetica da svolgere insieme.


La triade e il tatto

La prima esperienza è caratterizzata dalla comunicazione con il bambino attraverso un codice tattile:

  • il papà si avvicina alla mamma sdraiata a pancia in su e comunica al bambino che vorrebbe giocare con lui;
  • con movimenti molto delicati avvicina la sua mano alla pancia e, dolcemente, l’accarezza sentendo con le dita il corpo del piccolo;
  • quando se la sente, il papà può cominciare a dare dei leggeri colpetti sulla pancia, facendo sentire al bambino che è presente e desidera mettersi in contatto con lui;
  • adesso il papà resta in attesa della risposta e segue i movimenti del bambino con la mano, iniziando il dialogo.

È fondamentale ricordare che il bambino può non dare la risposta, ma questo non significa che non sia in ascolto.

Trần Long - Pexels

La triade e la voce

La seconda esperienza è caratterizzata dalla comunicazione vocale, che serve a favorire la relazione e il legame. L’uso della voce è molto importante, poiché il feto comincia ad apprendere e a ricordare e tutto ciò sarà presente nella sua memoria implicita:

  • la coppia è seduta a terra, il papà appoggia la schiena a una parete e con le gambe divaricate e accoglie il corpo della partner;
  • la partner si lascia andare sul petto e, piano piano, comincerà a mettersi in contatto con il bambino, attraverso dei movimenti delle mani o con delle parole o dei pensieri, avvertendo il bambino che tra poco arriverà anche il papà;
  • il papà mette le mani sulle mani della mamma, fin quando la mamma toglierà le sue per lasciare spazio a quelle paterne direttamente a contatto con il bimbo;
  • a quel punto, entrambi i genitori cominciano ad emettere un suono mentre espirano;

Si può chiamare il bambino per nome, cantargli una ninna nanna o ascoltare una musica insieme, respirando profondamente e lasciando spazio alla condivisione di questa esperienza.


Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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