Dipendenze

Fumo di tabacco: 5 falsi miti da sfatare!

Fumo di tabacco: 5 falsi miti da sfatare!
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Xiomara Padilla
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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Il fumo di tabacco rientra tra le dipendenze da sostanze ad oggi maggiormente diffuse in Italia e nel mondo. Secondo i dati dell’OMS, il fumo causa un numero di vittime maggiore (circa 7 milioni all’anno) di quelle legate ad incidenti stradali, alcol o altre droghe. Nonostante le innumerevoli campagne messe in atto per informare e prevenire la dipendenza da tabacco, le persone continuano a farne uso, spesso sottostimandone gli effetti o la possibilità di finire per essere vittima, prima o poi, degli effetti nocivi del fumo.
Per chi ne è dipendente, il fumo diventa un’abitudine a cui è difficile rinunciare, spesso sorretta da alcuni luoghi comuni che impediscono di smettere di fumare. Alcune credenze attorno al fumo si configurano come dei veri e propri falsi miti, nel senso che non ci  sono evidenze scientifiche che ne attestino la fondatezza. Vediamone le più comuni.


1) Fumare rilassa

Quante volte ci siamo sentiti dare questa motivazione per giustificare l’abitudine al fumo? Forse tra tutte questa è la credenza più diffusa tra i fumatori, i quali ritengono che il fumo aiuti a gestire lo stress. Questo pensiero spesso tende a radicarsi così tanto che fumare diventa il modo preferenziale e più accessibile per rispondere alle situazioni stressanti o spiacevoli della vita quotidiana. 

Le ricerche hanno smentito questa credenza sottolineando che il fumo stesso può diventare fonte di stress poiché può portare ad un peggioramento della qualità del sonno. Chi ha sperimentato almeno una volta nella vita gli effetti dell’insonnia sa bene quanto dormire poco e male aumenti la tensione fisica e mentale, riducendo- allo stesso tempo- la nostra produttività e il tono dell’umore.

Allora perché i fumatori testimoniano di avvertire una sensazione di rilassamento? La risposta è tutt’altro che scontata: fumare aiuta a placare i sintomi di astinenza. Ansia, irritabilità, mal di testa e nausea sono infatti solo alcuni degli effetti che il corpo avverte in seguito all’interruzione di una sostanza da cui si è dipendenti. Invasi da queste sensazioni spiacevoli, accendersi un’altra sigaretta diventa l’unica soluzione alla mano per poter ritornare a stare “meglio”. 

engin akyurt - Unsplash


2) L’inquinamento è più dannoso del fumo

Al giorno d’oggi ridurre l’inquinamento rappresenta una delle sfide più importanti che l’uomo si è posto per il futuro, non solo per gli effetti sul pianeta terra, ma anche per le evidenti ripercussioni sulla salute dovute alla scarsa qualità dell’aria. Negli ultimi anni, nelle zone maggiormente inquinate, è iniziata a circolare l’idea che gli effetti provocati dalle sigarette siano meno gravi di quelle delle polveri e i gas che circolano nell’aria.

C’è chi sostiene che uscire a farsi una passeggiata in una città ad alta concentrazione di smog equivalga, addirittura, a fumare. Niente di più errato, purtroppo, e ce lo confermano gli studi che hanno messo a confronto proprio gli effetti dell’uno e dell’altro. I dati emersi dicono che i tumori attribuibili al fumo di tabacco si aggirano attorno al 33%, mentre quelli causati dall’inquinamento si aggirano attorno al 2%. Chi fuma in casa, quindi, vive in un luogo molto più inquinato di una grande città, poiché le sostanze nocive si accumulano e si concentrano maggiormente all’interno di un ambiente chiuso.


3) Le sigarette light fanno meno male 

La credenza secondo cui le sigarette light siano più leggere rispetto a quelle normali è ancora molto diffusa ai giorni nostri, questo perché per molti anni si è creduto che contenessero effettivamente un quantitativo minore di catrame e nicotina rispetto allo standard. Sebbene le stesse industrie del tabacco abbiano chiarito che il temine light si riferisca al sapore e non al contenuto, ancora oggi vengono acquistate perché ritenute meno nocive. Sembra, invece, che i loro effetti sulla salute non siano realmente inferiori rispetto a quanto ci si aspetti. 

Proprio perché il loro sapore è meno forte e deciso, chi passa dalle sigarette normali a quelle light in realtà spesso si ritrova a fumarne molte di più o a fare delle boccate più lunghe per ottenere lo stesso effetto. Si tratta purtroppo di un meccanismo di compensazione di cui spesso i fumatori non sono consapevoli e continuano a sceglierle convinti di stare così limitando i danni fisici.

Elsa Olofsson - Unsplash


4) Posso smettere di fumare quando voglio!

Questa falsa credenza è sorretta da fumatori e non, i quali giudicano l’atto del fumare un semplice vizio da cui da cui ci può liberare con un po’ di forza di volontà. Allora perché è così difficile smettere di fumare? E come mai essere consapevoli dei rischi non è sufficiente per disincentivare le persone dal consumo di tabacco?

Il motivo è che non si tratta di un banale vizio o capriccio, ma di una vera e propria dipendenza. Fumare altera alcuni nostri meccanismi cerebrali per effetto della nicotina (il principio attivo della sigaretta), contenuta nelle foglie di tabacco. Si tratta di una sostanza tossica che, agendo direttamente sul cervello aumenta il rilascio di dopamina. Questo neurotrasmettitore è responsabile di quella sensazione di benessere e gratificazione che si avverte durante l’atto del fumare.

Si tratta di una sensazione così piacevole da farci desiderare di provarla ancora, spingendoci così a ripetere l’azione che ne ha provocato il rilascio. Questo senso di appagamento è qualcosa a cui il fumatore non riesce a rinunciare, soprattutto se pensiamo che nella maggior parte dei casi fumare diventa una strategia di risposta per sfuggire da eventi esterni: situazioni stressanti, emozioni spiacevoli, eventi traumatici e dolorosi, problemi di vita quotidiana ecc..

Chi inizia un percorso di disintossicazione, spesso con l’aiuto di professionisti, deve poter fare i conti con questa consapevolezza, realizzare ed accettare che il fumo fino a quel momento ha ricoperto un ruolo importante nella sua vita nell’affrontare i problemi e le difficoltà. Il percorso di disintossicazione prevede che si possano trovare altre modalità di risposta, più funzionali e meno dannose per la salute fisica e psicologica. 

Rich Smith - Unsplash


5) Ormai il danno è fatto!

A chi gli chiede come mai non abbiano ancora smesso di fumare, molti fumatori spesso rispondono «beh ma di qualcosa si deve pur morire!». Un po’ come se il danno ormai fosse fatto e non si potesse tornare indietro. Anche in questo caso ci ha pensato la scienza a sfatare questa convinzione, mettendo in evidenza come una buona parte degli effetti del fumo siano reversibili e migliorabili dal momento stesso in cui si smette di fumare. Ecco alcuni dei miglioramenti che si possono riscontrare: 

  • Dopo 8 ore: l’ossigeno contenuto nel sangue torna a livelli normali 
  • Dopo 12 ore: la nicotina è quasi del tutto metabolizzata
  • Dopo 24 ore: si riduce la presenza di monossido di carbonio nel sangue
  • Dopo 7 giorni: diminuisce l’alitosi, migliora il gusto e l’olfatto e ci si sente più attivi ed energici
  • Dopo 9-12 mesi: migliora la respirazione e la funzione polmonare, si riduce del 50% il rischio di infarto
  • Dopo 5: il rischio di ictus ed eventi coronarici è paragonabile a quella di chi non ha mai fumato 
  • Dopo 10 anni: il rischio di sviluppare un cancro al polmone si è ridotto al 30-50% rispetto a quello di coloro che continuano a fumare, e continua a diminuire 
  • Dopo 15 anni: il rischio di malattie legate al fumo è paragonabile a quello di chi non ha mai fumato

Come si può osservare, smettere di fumare comporta dei benefici sia nel breve sia nel lungo termine, non è quindi mai troppo tardi per migliorare alcuni dei danni che esso arreca!

Purtroppo la scarsa o cattiva informazione possono alimentare alcune errate credenze attorno al fumo e ai suoi effetti, permettendo che esse circolino pur non avendo alcun valore scientifico.  Che fare allora? In generale è sempre bene avere un pensiero critico ed informarsi consultando fonti ufficiali sui danni del fumo sulla nostra salute, solo così si possono fare scelte consapevoli, evitando di cadere nella rete dei falsi miti.


Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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