CTU psicologo: ruolo e competenze

CTU psicologo: ruolo e competenze
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Ilaria Tonelli
Redazione
Psicologa a orientamento Psicodinamico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
30.8.2024
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La figura dello psicologo, in qualità di Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) riveste un ruolo rilevante nel sistema giudiziario italiano. Il CTU, infatti, fornisce al giudice le competenze tecniche necessarie per comprendere e valutare questioni di natura psicologica che emergono nel contesto di procedimenti legali. 

In questo articolo si cercherà di approfondire il ruolo, i requisiti e le attività dello psicologo CTU, delineando anche le differenze con il consulente tecnico di parte (CTP).

Chi è lo psicologo CTU

Lo psicologo CTU è un professionista esperto nel campo della psicologia forense, chiamato a svolgere consulenze tecniche nei procedimenti giudiziari. Il suo compito principale è offrire al giudice una valutazione scientifica e imparziale su questioni psicologiche rilevanti per il caso in esame. 

La figura del CTU è regolamentata dall’Albo dei Consulenti Tecnici, come disposto dall’articolo 13 delle Disposizioni di attuazione del Codice di Procedura Civile.

Il giudice può nominare un CTU iscritto all’albo del tribunale di appartenenza, oppure scegliere un consulente di sua fiducia indipendentemente se iscritto o meno alle liste. Il CTU viene nominato quando vi è la necessità di comprendere con maggiore chiarezza dinamiche psicologiche specifiche, per esempio per ottenere una valutazione delle competenze genitoriali, capire se un testimone è attendibile o valutare un danno morale.

Il giudice, quindi, pone dei quesiti specifici ai quali il CTU dovrà rispondere in maniera chiara ed esaustiva, fondando la sua consulenza su basi teorico scientifiche, test diagnostici, osservazioni e colloqui.

Una volta nominato, il CTU assume l’incarico e valuta se ha le competenze specifiche per occuparsi autonomamente della valutazione, oppure se ha la necessità di nominare un ausiliario, ossia un consulente esterno di sua fiducia. In questo caso, tutte le responsabilità di eventuali deleghe esterne ricadono sul CTU, che dovrà controllare e valutare il lavoro del collega.

Tra le attività principali del CTU rientrano quindi le valutazioni psicologiche, le relazioni peritali, l’assistenza nelle audizioni protette, un’eventuale mediazione familiare.

Lo psicologo forense, in veste di CTU, si occupa anche di valutare un eventuale danno morale, una categoria legale che si riferisce al dolore emotivo, alla sofferenza psicologica o alla perdita di reputazione subita da un individuo a causa delle azioni di un’altra parte. Questo tipo di danno può derivare da varie situazioni, come diffamazione, molestie, violazioni dei diritti civili, perdita di un caro, ingiustizie subite o altre azioni che provocano stress emotivo o turbamento psicologico.

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 25164 del 2020, è tornata ad affrontare il delicato e sempre attuale tema del risarcimento del danno morale, quale pregiudizio non patrimoniale non avente fondamento medico legale, perciò distinto dal danno alla salute e dal relativo sistema di personalizzazione.

Se riconosciuto dalla legge, il danno morale può essere oggetto di risarcimento monetario o di altre forme di riparazione da parte della parte responsabile.

Come diventare CTU psicologo

Il percorso formativo per diventare CTU necessita la soddisfazione di una serie di requisiti professionali e legali. Secondo le direttive del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) sono state approvate all’unanimità le linee di indirizzo per l’applicazione dei criteri previsti dalla Riforma Cartabia (DM n.109 del 4 agosto 2023) per iscrizione all’Albo CTU degli psicologi presso i tribunali.

I requisiti per diventare ufficialmente Consulente Tecnico d’Ufficio sono:

  • iscrizione all’Ordine degli Psicologi della propria regione
  • iscrizione all’albo del tribunale di competenza, attraverso la presentazione di un’apposita domanda e l’attestazione delle proprie competenze
  • rispetto degli obblighi formativi, con la partecipazione a corsi di aggiornamento e l’ottenimento dei crediti ECM per psicologi previsti dall’Ordine. 

Nel compilare la domanda attraverso il portale del Ministero della Giustizia, è possibile inserire le proprie specializzazioni e le proprie esperienze nel settore. All’interno del format si possono anche selezionare varie aree di intervento, per esempio clinica degli adulti, clinica della famiglia o ambito minorile. 

È fondamentale aver acquisito, nel proprio percorso formativo, competenze specifiche in psicologia giuridica, psicopatologia, tecniche di valutazione psicologica e avere la capacità di redigere relazioni peritali. 

Infatti, soprattutto nella valutazione delle competenze genitoriali e della stima del danno psicologico e morale, si richiede una preparazione puntuale che consenta al clinico di poter esprimere il proprio contributo professionale al meglio. 

A tal proposito è da sottolineare il valore, recentemente riconosciuto con una sentenza del TAR del Lazio, dell’interdisciplinarietà all’interno delle perizie tecniche. C’è stato infatti un riconoscimento della figura dello psicologo CTU, chiamato a rispondere a quesiti specificatamente di natura psicologica. Al contempo è stato convalidato il valore della perizia medico-legale. Tale integrazione definisce e sancisce i ruoli di psicologi e medici e ne delimita i campi di azione, all’interno dei quali queste due professioni possono operare e collaborare.

Attività formative e specializzanti: corsi per CTU psicologi

Per acquisire le competenze necessarie e migliorare la propria preparazione, gli psicologi possono frequentare corsi di formazione e Master in psicologia giuridica e forense.

I corsi per psicologi per diventare CTU possono offrire una formazione approfondita su tematiche rilevanti per lo svolgimento del ruolo, come la psicologia della testimonianza e l’attendibilità del testimone, la valutazione del danno psichico tramite metodologie che ne determinano l’entità, la mediazione familiare e la clinica forense per il riconoscimento delle patologie psichiche in ambito legale.

Le linee guida per i CTU psicologi

Lo psicologo CTU deve seguire rigorose linee guida e buone prassi per garantire l’affidabilità e la correttezza delle sue valutazioni. Le principali linee guida includono:

  • obiettività e imparzialità: l’essere obiettivi e imparziali esplicita la richiesta di un atteggiamento avulso da ogni giudizio personale, imponendo un resoconto basato su dati oggettivi e strumenti statistici validati
  • rispetto e riservatezza: lo psicologo CTU garantisce la riservatezza grazie al consenso informato vigente presso la nostra legislatura e il vincolo al segreto professionale. Non deve inoltre sussistere un conflitto di interessi tra il CTU e l’utenza, per esempio non deve esserci stato un contatto pregresso tra le due parti
  • accuratezza e precisione: il CTU si fa carico di produrre relazioni peritali supportate da prove empiriche dettagliate. L’analisi del CTU, infatti, consta di più incontri e coinvolge, laddove necessario, figure professionali trasversali a suo supporto. 
  • trasparenza: infine, nella stesura della relazione finale, il CTU utilizzerà un linguaggio chiaro e trasparente al fine di evitare fraintendimenti, tecnicismi inutili e complessi tanto da rendere le sue conclusioni accessibili anche ai non addetti ai lavori.

Cosa fa lo psicologo CTU?

Il compito principale del CTU psicologo è quello di redigere una relazione tecnica sulle condizioni psicologiche di una o più parti coinvolte nel procedimento giudiziario. Le fasi della consulenza tecnica sono piuttosto strutturate e dettagliate.

Prima di tutto, accettato l’incarico, il CTU avrà accesso a tutti i dossier e gli atti depositati al tribunale. Questa prima parte è fondamentale, perché permette al clinico di fare una prima valutazione della situazione e chiedere al giudice eventuali proroghe o ulteriori “poteri”, tra cui la possibilità di farsi supportare da altre figure professionali, come uno psicologo testista o un medico legale.

Il CTU procede poi con la raccolta delle informazioni iniziando i colloqui con i soggetti coinvolti, la raccolta dei dati anamnestici e l’analisi della documentazione clinica e legale.

Solamente dopo queste prime due fasi, il CTU può procedere con le sue valutazioni e la formulazione di una diagnosi psicologica

In questa fase vengono utilizzati test standardizzati, come, per esempio, una batteria di test di personalità, test proiettivi ed eventuali test specifici per la valutazione del trauma e del danno psicologico. A seconda della situazione, il clinico somministra i test che ritiene più opportuni.

In seguito alle osservazioni e alla parte psicodiagnostica, il professionista può accingersi a scrivere la perizia. Nella relazione, il CTU psicologo riporta le osservazioni emerse e i risultati delle valutazioni, avvalorandone i dati e redigendo una conclusione nella quale risponde a tutte le domande del giudice.

Conclusa la perizia, il CTU la deposita in tribunale così che il giudice possa consultarla per procedere alle proprie valutazioni. Qualora lo ritenga necessario, il giudice può formulare ulteriori quesiti o richiedere l’ampliamento della relazione.

Il CTU ha anche la facoltà di partecipare alle udienze per rispondere ai quesiti del giudice.

CTU e CTP psicologo: quale differenza?

Mentre il CTU è un consulente nominato dal giudice, ossia un ausiliario, il Consulente Tecnico di Parte (CTP) è un esperto scelto dalle parti in causa per supportare le loro argomentazioni. Questa figura, nel corso dell’iter, può trovarsi a collaborare sia con il CTU che con il CTP della controparte. 

Per poter svolgere il ruolo di CTP non vi sono requisiti restrittivi come per il CTU, pertanto è necessaria esclusivamente la laurea in Psicologia e l’iscrizione all’Albo degli Psicologi nella sezione A. Essendo una figura scelta autonomamente dalle parti, ciascuna provvederà al pagamento del proprio consulente, a meno che non sia stato richiesto il Pubblico Patrocinio.

Il CTP redige la propria relazione a supporto del lavoro di rete con il CTU, evidenziando il suo punto di vista, fondato e professionale, a favore del proprio cliente. I CTP delle parti possono essere anche chiamati ad assistere alle eventuali audizioni protette e alle osservazioni attraverso il vetro cieco per la valutazione delle competenze genitoriali.

Bibliografia

  • Ardesi, S., & Loda, C. (2015). Il curatore del minore. Milano: Giuffrè Editore
  • Camerini, G. (2018). Manuale psicoforense dell’età evolutiva. Milano: Giuffrè Editore
  • Gullotta, G. et al. (2023). Ambiti e prospettiva della psicologia giuridica. Milano-Roma: Istituto Galton 
  • Leone, S., et al. (2014). Strumenti operativi per CTU e periti in ambito psicoforense. Rimini: Maggioli Editore
  • Parkinson, L. (2013). La mediazione familiare. Modelli e strategie operative. Trento: Erickson
  • Passanante, M. C., & Tucci, S. (2024). La nuova CTU psicologica dopo la Riforma Cartabia. Avvocati, magistrati, psicologi giuridici tra nuovi equilibri, specializzazioni, interdisciplinarità. Pisa: Pacini Giuridica
  • Ruo, M. G. (2023). Curatore del minore e avvocato. Cosa cambia dopo la Riforma del giudice e del processo per persone, minori e famiglie. Rimini: Maggioli Editore
  • Sammicheli, L. (2019). La perizia psicologica. Prospettive e metodi in psicologia e psicopatologia forense. Bologna: Il Mulino
  • Stampa, P., & Giannini, A. M. (2019). Psicologia, etica, diritto. Prospettive, criticità e problemi aperti. Milano: FrancoAngeli

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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