Indipendentemente dalle ragioni, perdere un figlio in gravidanza rappresenta un'esperienza estremamente dolorosa e traumatica, di cui forse si parla ancora troppo poco. In questo articolo parleremo del lutto perinatale, quello determinato da un aborto non volontario, soffermandoci sui fattori che possono complicare il processo di elaborazione, trasformando il lutto in un lutto complicato.
Quando si diventa genitori?
Il figlio inizia a esistere, nell'immaginario di una donna, nel momento stesso in cui apprende della gravidanza. Da quel momento ella cessa di essere solo donna e compagna e diventa madre.
Il bambino è vivo e reale e attraverso le sue fantasie la madre ne costruisce le fattezze, lo accarezza e instaura con lui un dialogo intimo e segreto, amoroso. La futura mamma inizia una vera e propria revisione della sua intera vita e di quella di coppia: cambiano le sue priorità, al centro non c'è più lei o lei e il suo partner, ma il bambino che nascerà.
Lutto prenatale e perinatale
La perdita di un figlio è sempre un evento sconvolgente nella vita di un genitore, inaccettabile in quanto percepito come innaturale. Da una gravidanza ci si aspetta la vita e, invece, ci si ritrova a doversi confrontare con l'esperienza del vuoto e della morte.
L'evento interrompe bruscamente il progetto della genitorialità e destabilizza entrambi i membri della coppia, anche se viene vissuto diversamente dalla madre e dal padre.
Cos’è il lutto perinatale
Anche definito babyloss, il lutto perinatale indica la perdita di un figlio avvenuta tra la ventisettesima settimana di gestazione e i primi sette giorni dopo la nascita. È frequente sentire dire “ho paura di avere un figlio” dopo un lutto perinatale, per la paura di una nuova gravidanza dopo un’esperienza tanto drammatica.
Si parla di lutto prenatale, invece, per riferirsi al lutto legato alla perdita del bambino in un momento qualsiasi della gravidanza.
In questi casi, il lutto può accompagnarsi a una successiva tocofobia (la paura del parto), che per la donna può diventare invalidante. Della morte prenatale parlano gli studiosi P.L. Righetti e L. Sette, che affermano:
“L’intensità del lutto prenatale non è tanto correlata all’età gestazionale, né alla presenza di patologie fetali o di incompatibilità con la vita, quanto piuttosto al grado di investimento affettivo della coppia genitoriale. L’età del bambino non ha quindi alcuna importanza per stabilire l’entità della perdita, ma la differenza sta nell’instaurarsi della relazione di attaccamento che inizia molto prima della nascita del bambino”.
Il dolore per la perdita di un figlio: l’elaborazione del lutto
L'elaborazione del lutto pre e perinatale è un processo lento che deve attraversare precise fasi per poter giungere ad una piena elaborazione. Le fasi del lutto perinatale hanno aspetti in comune con le fasi di elaborazione del lutto e si possono sintetizzare in quattro stadi.
1) Shock e negazione
La prima fase, subito successiva alla scoperta della perdita, è quella dello shock e della negazione. Le emozioni che li accompagnano sono incredulità, depersonalizzazione, stordimento, la sensazione di andare a pezzi e la negazione dell'evento stesso "Non è vero, non sta succedendo. I medici si sbagliano" sono pensieri ricorrenti.
2) Protesta
L'emozione dominante è la rabbia, ci si sente vittime di un'ingiustizia e si cerca un colpevole esterno nei medici, nell'assistenza ospedaliera ricevuta, nel destino, in Dio. Talvolta la rabbia si rivolge persino al partner, "colpevole" di non aver fatto abbastanza per scongiurare l'evento. I pensieri in questa fase sono spesso irrazionali e incoerenti, hanno caratteristiche di ossessività e ricorrenza.
3) Disorganizzazione
Frequenti sono la tristezza, la chiusura in se stessi e l'isolamento. Le situazioni connesse con la genitorialità, come l'incontro con amici che hanno figli, ma anche la semplice visione di spot pubblicitari e immagini in cui compaiono bambini e coppie genitore-bambini, possono venire evitate.
Talvolta l'isolamento viene messo in atto nei confronti del partner, a causa di un diverso modo di vivere il dolore. Non di rado si sceglie di non parlarne con gli altri, per pudore o perché non si crede di poter trovare all'esterno una reale comprensione dei propri vissuti.
4) Accettazione
L'elaborazione del lutto si avvia alla conclusione. La sofferenza si fa meno intensa, si riduce l'isolamento e, gradualmente, si ritorna a coltivare i propri interessi e si può creare lo spazio emotivo per desiderare e riprogettare la maternità.
Il lutto perinatale: madre e padre
Gli aspetti emotivi del lutto perinatale sono intensi per entrambi i genitori e coinvolgono la dimensione psicologica e fisica della coppia. Madre e padre vivono il lutto per la perdita perinatale da prospettive diverse, sperimentando diversi tipi di sofferenza e adottando ciascuno proprie modalità di far fronte alla perdita. Vediamole insieme.
Il lutto vissuto dalla madre
Una madre in lutto si ritrova impegnata nel difficile e doloroso compito di fronteggiare tutte le aspettative che aveva risposto nella gravidanza, cercando un'accettazione di quanto accaduto che appare, soprattutto nelle prime fasi, un compito impossibile.
Al dolore di una madre che perde un figlio dopo settimane o mesi di attesa, si aggiunge il senso di vuoto per l'assenza di quel figlio che non c'è più: anche se sente un amore da donare, nessuno può più riceverlo e il senso di solitudine si fa profondo.
Esperienze comuni di una madre in lutto sono:
- senso di colpa, che rende difficile perdonarsi dopo un aborto, anche spontaneo
- dubbi di aver fatto qualcosa di sbagliato
- pensieri di incapacità di generare una vita o di proteggerla
- bisogno di conoscere le cause della perdita (anche qualora i medici l'abbiano dichiarata imprevedibile e inevitabile).
Questo tipo di rimuginio è tipico dei casi di depressione, più frequenti in quelle donne che avevano investito nella gravidanza il completamento della propria esistenza, che appare, pertanto, amputata e incompiuta.
Lutto ed età della madre
Perdere un bambino in gravidanza, per una madre giovane, può giungere come un evento mai preventivato e spiazzante e far irrompere nella vita della donna un vissuto di fragilità, di insicurezza sul proprio corpo e di paura per il futuro.
Possono essere frequenti pensieri come: "Perché è accaduto? C'è qualcosa in me che non va? Accadrà ancora?".
Quando la gravidanza arriva in età più avanzata e si interrompe con una morte perinatale, i sentimenti di colpa possono essere ancora più intensi. La madre può sentirsi responsabile di quella perdita, a causa:
- della sua età
- di un corpo che pensa non più abbastanza forte e accogliente da consentirle di generare
- dell’idea di aver "sprecato" tempo nella realizzazione di altri progetti.
Il lutto perinatale, in una donna non più giovanissima, soprattutto quando si tratta del suo primo figlio, è accompagnato dalla disperazione di percepire la perdita di un figlio in gravidanza come il fallimento della sola e unica possibilità di generare.
Il pensiero (non necessariamente veritiero) che non ci sarà più, per lei, altra possibilità di diventare madre, è lacerante.
Perdere un figlio, appena nato o prima che nasca, può causare per la donna una chiusura nel proprio dolore e il distacco dal mondo esterno, che possono spingerla ad adottare condotte di evitamento, soprattutto verso le coppie con figli e le donne in gravidanza.
Il fastidio, la rabbia, l’invidia, sono emozioni normali durante l'elaborazione del lutto. Pensieri del tipo "Perché proprio a me?" o anche "Perchè lei che è una cattiva madre ha figli e io no?", sono normali, ma si accompagnano a sentimenti di vergogna e di forte autocritica per averli concepiti.
Padri e lutto perinatale: il lutto vissuto dal padre
Il padre, seppure parta da un vissuto differente, non vive un dolore meno intenso.
Molti, benché inizino a fantasticare precocemente sulla loro paternità, realizzano veramente di essere padri nel momento in cui il figlio viene alla luce e possono vederlo, toccarlo e tenerlo tra le braccia. Il legame si rafforza, poi, ulteriormente quando il bambino inizia ad interagire con loro.
Questa sorta di stato di sospensione e attesa, durante la gravidanza, può complicare nel papà la ricerca di una collocazione di fronte alla perdita. Si chiede cosa dovrebbe sentire e come dovrebbe comportarsi, come dovrebbe (o non dovrebbe) esprimere il proprio dolore, in funzione del suo ruolo di padre, ma anche di ciò che crede la società si aspetti da lui in quanto maschio.
Può cercare di razionalizzare dicendo a sé stesso che non può sentire la mancanza di un figlio che, dopotutto, non ha nemmeno conosciuto e che se non si abbatte, forse, il dolore sembrerà meno intenso.
Di fronte alla sofferenza della compagna, può tentare di gestire la propria accantonandola, imponendosi di farsi forza e coraggio e di andare avanti, anche per lei, mettendosi davvero d'impegno.
Uno strappo che segna la coppia
L'interruzione di una gravidanza è uno strappo che segna la coppia. Anche quando accade nelle prime settimane. Il feto è un figlio a tutti gli effetti e il dolore non dipende dal momento della gestazione, ma dall'investimento affettivo e dal significato che la coppia ha dato all'esperienza della gravidanza.
La perdita del figlio può distruggere un progetto attorno al quale i partner stavano ridefinendo l'identità stessa della coppia, con un brusco sentimento di interruzione e di smarrimento rispetto al futuro.
Lo shock emotivo intenso e il vissuto di lutto che ne derivano possono durare dai 6 mesi ai 2 anni, ma a volte anche oltre.
Elaborare il dolore per la perdita di un figlio
L’elaborazione per il lutto di un figlio è un processo che richiede tempo. La coppia ha bisogno di vivere il proprio dolore e arrivare, secondo i propri tempi, all'accettazione della perdita.
A volte si preferisce restare bloccati nel proprio dolore per paura di dimenticare. Pensieri come "Se smetto di soffrire, dimenticherò", o ancora "Se non sto male, vuol dire che non tenevo davvero a mio figlio", possono essere abbastanza comuni.
Permettersi di lasciar andare il dolore, invece, non significa dimenticare. Anzi, è attraverso i ricordi che è possibile comprendere pienamente l'evento accaduto, elaborare il lutto e simbolizzare l'esperienza.
Si può utilizzare, per esempio, la memory box (la scatola dei ricordi) che raccoglie i pochi oggetti del bambino e quelli dell’esperienza di gestazione, come ecografie, test di gravidanza, un giocattolo già in culla.
L’elaborazione del lutto perinatale è fondamentale, e una delle cose più importanti è che questo lutto non diventi un tabù, qualcosa di cui vergognarsi. È essenziale parlarne e consentire a sé stessi di piangere per la propria sofferenza. Tutto questo aiuta ad elaborare la perdita.
Quando il lutto per la perdita di un figlio diventa complicato
Può accadere che qualcosa complichi la naturale evoluzione del processo di elaborazione, trascinando sofferenza e pensieri dolorosi e disfunzionali anche ben oltre il tempo fisiologicamente necessario.
Ciò trasforma il lutto in un lutto complicato, o evolve in disturbi psichici come depressione reattiva e disturbo post traumatico da stress.
Lutto in gravidanza: il Babyloss Awareness Day
Il tema del lutto perinatale e del lutto in gravidanza ha trovato uno spazio istituzionale nel mese di ottobre, in cui si celebra il Babyloss Awareness Day. Istituita negli Stati Uniti, la giornata mondiale della morte perinatale è una commemorazione che nel tempo si è diffusa in numerosi Paesi come la Gran Bretagna, l’Australia, la Nuova Zelanda e l’Italia.
Tra le associazioni che si occupano di lutto perinatale ricordiamo CiaoLapo Onlus che, oltre a promuovere il 15 ottobre come data del babyloss day, si occupa di medicina perinatale, sostegno alle famiglie, genitorialità e lutto nella morte prenatale.
Raccoglie le testimonianze ed esperienze sulla morte in utero e promuove l'importanza di uno spazio di elaborazione di esperienze di poliabortività e lutti perinatali per tutte le famiglie che stanno vivendo l’esperienza della perdita di un bambino in gravidanza.
Come superare la morte di un figlio: la terapia psicologica
Come abbiamo visto, l’intervento psicologico nel lutto perinatale può rivelarsi fondamentale perché il dolore per la perdita di un figlio possa essere elaborato dai genitori e dalle famiglie.
Il percorso di elaborazione lutto perinatale potrà essere svolto con uno psicologo o psicoterapeuta specializzato in lutto perinatale, potrà essere individuale o potrà essere svolto con una terapia di coppia.
Le linee guida nazionali in merito a lutto perinatale prevedono “che i lattanti deceduti improvvisamente entro un anno di vita senza causa apparente e i feti deceduti anch'essi senza causa apparente dopo la venticinquesima settimana di gestazione devono essere prontamente sottoposti con il consenso di entrambi i genitori a riscontro diagnostico da effettuarsi nei centri autorizzati.”
Anche questo aspetto può portare a conseguenze psicologiche di grande entità. Quando si perde un bambino in gravidanza, la ferita può restare aperta anche per tutta la vita, se non si riesce a darle un significato.
In questi casi diventa importante considerare un supporto psicologico e rivolgersi ad un esperto, che potrà aiutare la coppia a recuperare le fila del processo di elaborazione del lutto là dove si è interrotto, accompagnarla verso l'accettazione, la piena consapevolezza di sé e dell'accaduto, il superamento del dolore e il recupero di un approccio fiducioso alla vita.
Quali strategie può fornirci la psicologia della gravidanza per affrontare un trauma così complesso? Tra gli approcci psicoterapeutici che si possono utilizzare per dare sostegno ai genitori rispetto agli effetti psicologici del lutto perinatale, possono essere utilizzate, per esempio, l’approccio funzionale o l’EMDR.
Un percorso psicologico per l’elaborazione del lutto e la death education può essere svolto anche con uno psicologo o psicologa online Unobravo specializzato. Oltre al sostegno psicologico per l’esperienza di lutto perinatale, la psicologia potrà essere utile per aiutare a superare un aborto volontario o affrontare la depressione post partum.
Consigli di lettura: libri sulla perdita di un figlio
Ecco alcuni libri utili per i genitori che si trovano ad affrontare un lutto in gravidanza:
- Le madri interrotte. Affrontare e trasformare il dolore di un lutto pre e perinatale, L.Bulleri, A. De Marco, ed. Franco Angeli
- La tua culla è il mio cuore. Il cammino del lutto perinatale verso la ri-nascita interiore, raccontato dalle mamme di CiaoLapo, a cura di C. Ravaldi, ed. Officina Grafica Ed.
- Il dolore che trasforma. Attraversare l'esperienza della perdita e del lutto, M. Mapelli, ed. Franco Angeli
- Quando l’attesa si interrompe: Riflessioni e testimonianze sulla perdita prenatale, G. Cozza, ed. Il leone verde