Il termine “alessitimia” deriva dal greco a- negazione, legein che significa “dire” e thymos che vuol dire “emozione”. Si tratta quindi della mancanza di parole per le emozioni. Un soggetto alessitimico non riesce a regolare le proprie emozioni, può assumere quindi un comportamento impulsivo e cadere nella dipendenza per gestire la propria disregolazione emotiva.
Secondo la sua attuale definizione, l’alessitimia si compone delle seguenti caratteristiche:
- difficoltà nell’identificare le proprie emozioni e nel distinguerle dalle sensazioni corporee che si accompagnano all’attivazione emotiva;
- difficoltà nel descrivere agli altri le proprie emozioni;
- stile cognitivo caratterizzato da concretezza, evidenziato dalla riduzione dell’immaginazione.
Come afferma lo psichiatra J. Taylor “Bisogna sottolineare che l’alessitimia non è concettualizzata come un fenomeno categoriale (del tipo “tutto o niente”) ma come un costrutto dimensionale (o tratto di personalità) che è distribuito in modo normale nella popolazione generale”. Un tratto quindi che può essere più o meno presente tra le persone.
Regolazione delle emozioni: perché è così importante?
Le competenze nell’elaborare, riconoscere e distinguere le emozioni sono centrali affinché lo sviluppo psichico possa proseguire in modo lineare senza increspature. La regolazione affettiva non riguarda solamente i processi interiori o interpersonali, che portano:
- ad incrementare le emozioni positive;
- a ridurre e a tollerare le emozioni negative;
- a condividere i propri sentimenti
ma riguarda anche un processo interno di rivalutazione delle esperienze affettive in grado di dare senso a quegli stati affettivi incerti, i quali sembrano sfuggire alla comprensione a causa della loro vaghezza o conflittualità.
La presenza di tali stati affettivi porta alle volte alla sensazione di non comprendere fino in fondo ciò che si prova. È proprio in questo contesto che la capacità di regolazione affettiva gioca un ruolo cardine nell’equilibrio psichico e fisico della persona, dal momento che consente quella tolleranza emotiva che, combinandosi con le capacità di riflessione sul pensiero e sulle emozioni, permette di trovar loro una collocazione nella storia individuale della persona.
Alessitimia e impulsività
Per la sua incapacità di identificare i propri sentimenti, chi soffre di alessitimia non riesce a comunicare a parole il proprio disagio emotivo e, di conseguenza, faticherà a relazionarsi con le persone per trovare conforto. Inoltre, proprio per la scarsa immaginazione, faticherà anche a modulare, attraverso pensieri e fantasia, emozioni come l’ansia. Per questo motivo il soggetto alessitimico tende a scaricare la tensione provocata dal disagio emotivo con comportamenti impulsivi e compulsivi.
La messa in atto in modo impulsivo e compulsivo di comportamenti di addiction è un’esperienza dalla forte componente sensoriale che consente, anche se in modo improprio, la possibilità di stabilizzare stati affettivi dolorosi e disregolati. La dipendenza rappresenta un rifugio mentale usato per sottrarsi all’imprevedibilità delle vicende umane e rinchiudersi in esperienze volte a ricercare uno stato di piacere che vada a combattere il dolore psichico.
Per impulsività si intende la messa in atto di comportamenti impulsivi ed automatici e il non tener conto dei risvolti sociali e personali che essi provocano. I soggetti impulsivi sperimentano alterazioni cognitive e affettive. L’impulsività è una componente che percorre più patologie:
- l’aggressività impulsiva
- la violenza
- l’abuso di droghe
- la dipendenza da internet
- le manifestazioni sintomatiche di diversi disturbi mentali
- i disturbi del controllo degli impulsi
- le spese eccessive e l'oniomania
- i comportamenti sessuali a rischio
- dipendenza dal sesso.
Essa viene agita senza un’accurata e attenta riflessione sulle possibili conseguenze delle proprie azioni. La regolazione delle emozioni dolorose viene attuata attraverso la disregolazione degli impulsi, con comportamenti di acting out. Come conseguenza dell’alessitimia, del trauma evolutivo e dell’attaccamento insicuro, il soggetto:
- sviluppa una condizione ossessiva e una mancata regolazione dei propri desideri;
- non è consapevole della propria ossessione.
La sua consapevolezza si limita al semplice fatto che è presente un desiderio, incoercibile e irrefrenabile.
Alessitimia e dipendenza
Il legame tra alessitimia e abuso di droghe è stato esplorato in numerose ricerche che evidenziano come questo costrutto rappresenti un potente fattore di rischio in soggetti predisposti allo sviluppo di una dipendenza da sostanze. Tuttavia tali studi non chiariscono se l’alessitimia sia un fattore primario o secondario.
È ormai chiaro che le emozioni che non vengono modulate in modo adeguato, non verranno né integrate né potranno essere contrastate attraverso la vicinanza protettiva degli altri e stati affettivi positivi. Così, emozioni non sostenibili per l’individuo, potranno condurlo alla ricerca del cosiddetto “oggetto di sensazione” come la droga, che permette il ritiro difensivo in uno stato mentale dissociato dalla coscienza ordinaria.
Tale stato contribuisce sempre più alla difficoltà da parte dell’individuo di regolare l’emotività e alla messa in atto di comportamenti impulsivi, attraverso cui poter provare nuovamente sensazioni di piacere e la diminuzione di stati disforici. È a questo punto che si crea un circolo vizioso:
- la memoria della produzione del piacere e la compulsività, volta alla diminuzione del dolore alimentano pensieri e fantasie ossessive di ripetere l’esperienza additiva;
- l’individuo quindi si ritroverà a vivere un desiderio che produrrà nuovamente l’impulso a compiere l’azione, nonostante gli effetti negativi della droga.
Va notato che impulsività e compulsività rappresentano i due estremi di un continuum, nel quale i comportamenti additivi possono oscillare da un rinforzo positivo (produzione del piacere) ad uno negativo (riduzione del dolore). Individui con un alto livello di alessitimia, quindi, possono comportarsi impulsivamente o compulsivamente senza consapevolezza delle emozioni che generano tali comportamenti, o con una consapevolezza solo parziale.