Al-Anon poggia le sue fondamenta sia nella letteratura sul trattamento della dipendenza da alcol, che ha evidenziato l’utilità di questi interventi, sia nella necessità di diffondere la conoscenza di questo approccio, spesso poco conosciuto tra i professionisti che si trovano a lavorare a vario titolo con i familiari di alcolisti. Esso rappresenta infatti potenziali soluzioni aggiuntive ai diversi interventi che i professionisti possono erogare e sono risorse gratuite all’interno della comunità, capaci di offrire:
- sostegno
- speranza
- vicinanza
a quanti sono influenzati nella loro vita dall’alcolismo di un familiare.
Cosa può accadere alla famiglia di un alcolista
La famiglia con un membro alcolista reagisce alla malattia con diverse crisi e problematiche che possono rendere più difficile la possibilità di cambiamento e risoluzione dell’alcolismo. I familiari possono venire coinvolti a diversi livelli:
- possono risentire negativamente del comportamento del bevitore problematico;
- possono avere atteggiamenti di connivenza o di incoraggiamento nei confronti del bere;
- possono, in senso positivo, essere in grado di stimolare un processo di recupero.
Nella famiglia in cui è presente un membro alcolista si possono manifestare inoltre:
- vergogna
- mancanza di lavoro
- difficoltà economiche
- abbandoni e ritorni
- mancanza di sostegno
- infedeltà
- violenza
- altre gravi conseguenze bio-psico-sociali.
Ecco perché, contemporaneamente al processo di recupero riguardante il soggetto alcolista, c’è il bisogno di un sostegno e di un intervento specifico anche per i componenti della famiglia, che possono trovare in un contesto comunitario il supporto e la vicinanza di chi come loro ha vissuto e vive tutt’ora questa esperienza.
Che cos’è Al-Anon?
L’associazione Al-Anon nasce negli Stati Uniti nel 1951 dal lavoro di diverse donne, mogli di alcolisti, che sentono il bisogno di avere un programma che le sostenga e le aiuti nel lungo percorso di rinascita dall’alcolismo. La creazione dei gruppi familiari Al-Anon ha fatto sì che l’alcolismo fosse riconosciuto anche come “malattia familiare”, dato l’impatto notevole sul sistema familiare di chi ne soffre.
Il programma, fondato sul concetto di alcolismo come malattia, si organizza intorno ai 12 Passi e alle 12 tradizioni degli alcolisti anonimi, adattate alla situazione e ai bisogni dei familiari e delle altre persone che sono influenzate da vicino dal comportamento di un alcolista. Al-Anon si definisce infatti come
“un’associazione di familiari e amici di alcolisti, che si riuniscono per condividere esperienza, forza e speranza allo scopo di risolvere il problema comune.”
Le caratteristiche di Al-Anon
L’associazione:
- non ha alcuna affiliazione religiosa o politica;
- non ha quote o tasse d’iscrizione;
- il suo mantenimento è autonomo e avviene attraverso contributi volontari.
Vengono svolti incontri a cadenza settimanale, in cui viene letto e condiviso un passo: ogni membro del gruppo può commentarlo o raccontare agli altri il modo in cui cerca di applicarlo nella realtà.
Uno degli elementi che caratterizza questi gruppi è l’anonimato, che permette ai singoli membri di sentirsi uguali e sullo stesso piano, eliminando quelle che possono essere barriere inibitorie. Il suo unico scopo è quello di rispondere al bisogno dei familiari di venire a conoscenza:
- di informazioni sempre più approfondite e chiare circa la malattia dell’alcolismo;
- delle possibili soluzioni a questi problemi;
- del processo di recupero che deve essere attuato per poter acquisire una comprensione maggiore delle proprie difficoltà e dei propri sentimenti.
Il potere del gruppo
Il gruppo svolge un ruolo fondamentale e permette, ad ogni singolo membro che ne fa parte, di alleviare:
- lo stress cronico;
- il senso di colpa;
- la vergogna
provati nel sentirsi responsabili del cambiamento del bevitore. Queste persone vengono sostenute nel loro intento di:
- abbandonare il ruolo di abilitatore;
- non soffrire per le azioni e reazioni degli altri;
- non lasciare che si usi e si abusi di loro nell’interesse del recupero dell’altro;
- non fare per gli altri quello che dovrebbero fare loro stessi.
Si crea così un’atmosfera di rispecchiamento in cui ogni membro noterà che non è il solo ad avere quella situazione di disagio e comprenderà che tutti nel gruppo commettono errori simili. Accettando la perdita di controllo sul bevitore, sulla propria vita e seguendo i 12 Passi, i familiari di alcolisti esaminano loro stessi e i propri difetti per poter giungere a un cambiamento, uscendo dalla pretesa di farcela da soli.
Questo metodo d’intervento, affiancato ad un lavoro di psicoterapia, risulta estremamente efficace e potente. Ognuno deve intraprendere un percorso per ritrovare sé stesso e la propria serenità, per poter ritrovare la famiglia come unità e riorganizzarla attraverso un modo di vivere senza alcol.